Intelligenza Artificiale (IA)?
Pubblicato da Antonello Sciarratta in Attualità dal mondo · 29 Giugno 2024
Papa Francesco parteciperà alla sessione del G7 sull'Intelligenza Artificiale dal 13 al 15 giugno a Borgo Egnazia, in Puglia. E’ la prima volta che un Pontefice partecipa al vertice di un simile gruppo di studio, cui aderiranno Stati Uniti, Canada, Francia, Regno Unito, Italia, Germania e Giappone. Il Papa a questo evento «Darà un contributo decisivo alla definizione di un quadro regolatorio, etico e culturale all’Intelligenza Artificiale, perché su questo terreno, sul presente e sul futuro di questa tecnologia si misurerà ancora una volta la nostra capacità, la capacità della comunità internazionale di fare quello che il 2 ottobre 1979 un altro Papa, san Giovanni Paolo II, ricordava nel suo celebre discorso alle Nazioni Unite», come ha ricordato il capo del governo italiano, dando l’annuncio della sua presenza. Già il 28 febbraio 2020, a Roma, la Santa Sede, con la collaborazione della Pontificia Accademia per la Vita, ha sottoscritto insieme a Microsoft, IBM, FAO e Governo italiano, un documento sull’I. A. dal titolo Call for an AI Ethics, al fine di sostenere un approccio etico all’IA e di promuovere tra organizzazioni, governi e istituzioni un senso di responsabilità condivisa, con l’obiettivo di garantire un futuro in cui l’innovazione digitale e il progresso tecnologico siano al servizio del genio e della creatività umana e non la loro graduale sostituzione. L’intento del documento fu di dare applicazione concreta al concetto di “algor-etica”, ovvero di proporre un'etica agli algoritmi. Si è cominciato a parlare di IA da prima del secondo conflitto mondiale, per opera del matematico Alan Turing che ha ideato il computer e l’IA. Da allora di acqua sotto i ponti ne è passata parecchia.Oggi si è arrivati allo stadio dell’IA “auto-consapevole”. Essa consente alle macchine di avere una consapevolezza di sé profonda, come se fossero in vita, e abilità superiori a quelle umane. In Cina la tecnologia fa “risorgere” i morti con l'Intelligenza Artificiale, pagando la modica cifra di € 2,50. Il vice ministro cinese della Scienza e della Tecnologia, Wu Zhaohui, ha detto che per realizzare questo prodigio virtuale servono semplicemente dei campioni di voce, qualche foto, video e una breve intervista ai familiari.Cos’è l’Intelligenza Artificiale? L’IA è una tecnologia che permette di creare sistemi informatici capaci di svolgere funzioni e ragionamenti tipici della mente umana, come il riconoscimento d’immagini, la comprensione del linguaggio, la risoluzione di problemi e la creatività. L’IA si basa su algoritmi, cioè sequenze d’istruzioni, che possono imparare dai dati e migliorare le proprie prestazioni con l’esperienza.L’IA è già presente nella nostra vita quotidiana, anche se non ce ne accorgiamo. La usiamo quando interagiamo con gli assistenti vocali, come Alexa o Google Assistant, quando guardiamo un film su Netflix o ascoltiamo una canzone su Spotify, quando usiamo il navigatore satellitare o la fotocamera dello smartphone, quando facciamo una ricerca su internet o quando riceviamo una pubblicità personalizzata. Tuttavia, accanto a questi vantaggi, l’IA può anche comportare dei rischi, come la perdita di privacy, la manipolazione delle informazioni, la discriminazione, la disoccupazione, la dipendenza, e la perdita della sicurezza personale. Per evitare o ridurre questi rischi, è necessario regolamentare e controllare l’uso dell’IA, garantire i diritti e i doveri degli utenti e dei produttori, promuovere l’etica e la trasparenza, educare e formare i cittadini e i professionisti, e creare un dialogo tra le diverse parti interessate. Ed è su questa linea che si è mossa la Santa Sede anche prima del 2020, trattando il tema in 26 testi; 8 sono attribuibili a San Giovanni Paolo II, 1 a Benedetto XVI e 17 all’attuale Pontefice. Premesso che “La tecnica è indubbiamente un’alleata dell’uomo. Essa facilita il lavoro, lo perfeziona, lo accelera e lo moltiplica” (san Giovanni Paolo II, Laborem Exercens), “bisogna capire la nostra epoca, accettarla ed orientarla”; “formare persone coraggiosamente aperte alle novità tecnologiche e sensibili alla voce della propria coscienza” (san Giovanni Paolo II, 31.01.1987).Benedetto XVI nel 2006, accennò al rischio che il contesto contemporaneo diventi “succube della tecnica sperimentale.” In Laudato si’ (24.05.2015), il 3° capitolo tratta del “paradigma tecnocratico”… “Occorre riconoscere che i prodotti della tecnica non sono neutri, perché… condizionano gli stili di vita ed orientano le possibilità sociali nella direzione degli interessi di determinati gruppi di potere”. E ancora: “La denominazione di “intelligenza artificiale”, pur certamente di effetto, può rischiare di essere fuorviante. I termini occultano il fatto che – a dispetto dell’utile assolvimento di compiti servili (è il significato originario del termine “robot”) –, gli automatismi funzionali rimangono qualitativamente distanti dalle prerogative umane del sapere e dell’agire.E pertanto possono diventare socialmente pericolosi. È del resto già reale il rischio che l’uomo venga tecnologizzato, invece che la tecnica umanizzata: a cosiddette “macchine intelligenti” vengono frettolosamente attribuite capacità che sono propriamente umane” (Papa Francesco, 25.2.2019). «L’intelligenza artificiale, la robotica e altre innovazioni tecnologiche devono essere impiegate in modo da contribuire al servizio dell’umanità e alla protezione della nostra casa comune invece che per l’esatto opposto, come purtroppo prevedono alcune stime» (Papa Francesco, 12.1.2018). E oggi alcuni Stati, come quello italiano, stanno adottando la stessa linea prudenziale. La prima minaccia globale alla nostra vita sulla terra diverrebbe la sostituzione dell’uomo con il robot. Questo ci ricorda la trama di un bel film del 2004, Io, robot, in cui l’attore Will Smith veste i panni del detective Del Spooner, che non si fida troppo degli avanzatissimi robot NS-5.Vi è, infatti, il pericolo che con il crescere della tecnica decresca la cultura, cresca l’artificiale e sparisca il naturale, cresca il robot e declini l’umano. Il perché dell’eliminazione dell’uomo dalla realtà, facendo ricorso a qualsiasi espediente, oggi quello dell’IA, credo, sia intuibile (forse perché l’uomo è immagine e somiglianza di Dio?). Altrettanto intuibile, credo, è chi ne sia l’autore (un tizio che sta sotto i nostri calcagni). Pertanto, alla tirata dei conti, atteso che la secolarizzazione ha messo già in cantina Dio (?) dalla nostra società, questo non potrebbe essere l’ultimo bit di un sistema informatico, programmato per cancellare la dignità dell’uomo?Antonello Sciarratta