Niepokalanów - Milizia dell'Immacolata di Sicilia

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Niepokalanov

Nel 1927 il P. Kolbe, uscito dal sanatorio, ottenne in dono dal principe Giovanni Drucki-Lubecki cinque ettari di terreno nei pressi della stazione di Szymanów a 42 chilometri da Varsavia. Colà egli fece sorgere in legno una quindicina di padiglioni che denominò Città dell'Immacolata o Niepokalanów. A poco a poco essa divenne centro della redazione, stampa e propaganda di sette riviste, la più diffusa delle quali era Il Cavaliere con 750.000 copie, e di un quotidiano, Il Piccolo giornale, con una tiratura di 150.000 copie. Confessò il P. Floriano Koziura: "Io stesso, quando venni trasferito stabilmente a Niepokalanów, non fui in grado per alcuni giorni né di mangiare, né di dormire per il timore che quest'opera si disgregasse per il suo stesso impeto. In seguito però mi abituai talmente al modo insolito con cui operava S. Massimiliano che, alla pari di tutti, seguivo quest'impeto in avanti. Il P. Kolbe, pressato da difficoltà che sembravano insormontabili, esclamava ripetute volte: "Ah! Come farò?!". Ma dopo un istante si dominava e diceva con un sorriso: "In fondo di che preoccuparsi? Che la Madonna ci pensi. Io lavorerò".

Il santo aveva voluto che il SS. Sacramento costituisse il centro della sua città, e che i religiosi a turno si avvicendassero giorno e notte ad adorarlo. Niepokalanów poté così vincere opposizioni, gelosie, boicottaggi di massoni e acattolici, godere la fiducia dell'episcopato polacco e moltiplicare in modo straordinario le vocazioni alla vita religiosa. Allorché P. Massimiliano, sacerdote novello, tornò in patria, la provincia polacca dei Minori Conventuali contava poco più di un centinaio di religiosi. La sua Città dell'Immacolata nel giro di pochi anni divenne la comunità più numerosa del mondo. Difatti nel 1939 contava 13 sacerdoti, 18 chierici professi, 527 fratelli laici e 204 aspiranti alla vita francescana. Il fondatore faceva dipendere lo sviluppo dell'Opera dalla santificazione dei membri. Sua parola d'ordine era: "Per l'Immacolata al Cuore Sacratissimo di Gesù".

Fin dal tempo degli studi fatti a Roma S. Massimiliano aveva accarezzato ideali di vita missionaria tra i pagani dell'Estremo Oriente. Nel 1930, in risposta ai ripetuti appelli rivolti al mondo da Pio XI a favore delle missioni, egli si recò a Roma per esporre al superiore generale, il P. Alfonso Orlini, il desiderio che aveva di erigere un'altra Niepokalanów tra i pagani. Nel nome dell'ubbidienza e dell'Immacolata partì alla volta del Giappone con cinque confratelli. A Nagasaki trovò protezione e aiuto in Mons. Hayasaka, ex-alunno di Propaganda Fede, che gli affidò per due mesi la scuola di filosofia ai suoi seminaristi e gli concesse il permesso di stampare in giapponese Il Cavaliere.

A pochi giorni dal suo arrivo in città, un ricco cattolico fece dono al missionario di una moderna tipografia. Questi ne approfittò subito per scrivere in latino tutti gli articoli del primo numero e farli tradurre dai suoi alunni di filosofia. A poco meno di un mese dal suo arrivo in Giappone il santo poté così tirare 10.000 esemplari della rivista mariana. La casetta che ospitò le prime macchine tipografiche manovrate a mano, le brande per il riposo, l'improvvisata cucina all'aperto ed un angolo per il lavoro redazionale, mentre richiamavano alla mente di P. Massimiliano il convento di Grodno, che si compiaceva di chiamare "l'arnia dell'Immacolata", lo sollecitavano a costruire con gli aiuti che gli giungevano dalla provincia polacca una dimora più funzionale nella periferia della città.
La chiamò Mugenzai No Sono, cioè Giardino dell'Immacolata, e divenne una copia di Niepokalanów con proprio seminario indigeno e noviziato.
Nei primi tre anni di vita missionaria il P. Kolbe ebbe molto da soffrire da parte del clima che gli cagionava continue foruncolosi; da parte di certi confratelli i quali lo contrariavano nella sua non ordinaria attività e lo accusavano presso i superiori maggiori persino di mirare alla fondazione di un nuovo ordine; da parte della malattia che gli cagionava talora febbri altissime. I medici non riuscivano a spiegarsi come facesse a svolgere tanto lavoro con le sole sue forze. Essi non immaginavano che egli era tenuto in piedi da un vivissimo amore alla Madre di Dio. Scriveva difatti in data 29-4-1931 al P. Floriano: "In Niepokalanów viviamo di una volontaria ed amatissima idea fissa, se qualcuno così vorrà chiamarla: l'Immacolata! Per Lei viviamo, lavoriamo, soffriamo e vogliamo morire. Desideriamo con tutta la nostra anima, con tutti i mezzi e ritrovati, che questa idea fissa sia accettata da tutti i cuori". Dio lo ricompensò di tanto zelo e di tanto patire dandogli l'assicurazione del paradiso, come egli stesso confiderà più tardi ai confratelli.

Nel capitolo provinciale tenuto a Cracovia nel 1933, il P. Kolbe fu rimandato in Giappone non più come superiore, ma come suddito, con l'incarico dell'insegnamento in quel collegio e della redazione del Cavaliere in giapponese. Come direttore generale della Milizia di Maria Immacolata egli si augurava che in ciascuna nazione sorgesse una Niepokalanów per mezzo della quale Maria SS. fosse fatta regnare in tutti i cuori anche "con i ritrovati più moderni". Per le sue frequenti emottisi provocate dal clima umido di Nagasaki, nel capitolo provinciale del 1936 P. Kolbe fu fatto superiore di Niepokalanów con grande soddisfazione di tutta la comunità perché ovunque passava, egli seminava la pace, dissipava i dubbi e infondeva coraggio.
Sotto la guida del P. Kolbe Niepokalanów raggiunse il suo splendore e con Il Cavaliere che salì quasi a un milione di copie, e il quotidiano Il Piccolo giornale divenne il faro spirituale della Polonia. Ogni anno arrivavano alla direzione mezzo milione di lettere e perché a ciascuna fosse data una risposta conveniente il fondatore istituì un apposito ufficio. Tuttavia, negli ultimi cinque anni di vita, P. Kolbe si dedicò particolarmente all'educazione dei suoi figli spirituali. Con quali frutti?

Il superiore generale, P. Beda Hess (+1953), visitò la Città dell'Immacolata e attestò: "Potei costatare con i miei occhi come fosse vero che a Niepokalanów splendessero spirito veramente francescano, devozione fervorosa all'Immacolata, grande zelo, massima povertà e somma semplicità. Tra i frati era intenso lo spirito della carità, regnava grande concordia e sui loro volti si notava una serena letizia francescana".
Verso la fine del 1930 P. Kolbe, di ritorno dalla Polonia in Giappone, via Siberia, sostò quattro giorni a Mosca. Ardeva infatti dal desiderio d'iniziare l'edizione del Cavaliere anche in lingua russa, ma la situazione politica non glielo permise. Anziché scoraggiarsi continuò ad esortare i suoi più diretti collaboratori a preparare tutto il materiale idoneo per una futura propaganda della Milizia in Russia. Nel corso della conferenza che tenne nel febbraio del 1937 a Roma in occasione del ventennale della fondazione della Milizia, affermò con tono profetico: "Non crediamo né lontano, né un puro sogno l'avvento del giorno grandioso in cui la statua dell'Immacolata troneggerà per opera dei suoi militi nel cuore stesso di Mosca!".

Milizia Dell'Immacolata di Sicilia  

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