Eutanasia: capitolo aperto?
Pubblicato da Salvatore La Piana in Attualità dal mondo · 29 Giugno 2024
Ci risiamo! O forse sarebbe meglio dire che da questo “confronto” tra la visione legata alla cultura della vita e la strategia tipica dei cultori della morte, non ci siamo mai spostati. Il problema è che a riportare all’onore delle cronache il dibattito sull’eutanasia (letteralmente dolce morte) o suicidio assistito che dir si voglia, sono i tentativi delle singole regioni di Italia di approvare tale pratica senza che vi sia una legge approvata dal Parlamento nazionale. Lo scorso mese di Gennaio ci hanno provato in Veneto, ma il progetto di legge non è passato. Allora possiamo tirare un sospiro di sollievo? Neanche per sogno. Simili proposte di legge sono già al vaglio per la discussione in altre regioni, in testa la Lombardia, segue l’Emilia Romagna , poi Piemonte e Abruzzo. Tutto questo, ovviamente, ad una velocità quasi frenetica, come se non vi fossero altri problemi da affrontare per il bene comune dei cittadini. E’ chiaro che a spingere in tal senso sono alcune associazioni di stampo radicale che trovano però una certa eco in ambienti che abbracciano i vari schieramenti politici, ma è anche vero che negli ultimi anni è mancata una vera e propria opposizione su questi temi sensibili e si è lasciata la questione un po’ troppo sul vago prestando il fianco a tutti quei magistrati che a colpi di sentenze hanno, di fatto, aperto il varco all’eutanasia. Così, da un punto di vista mediatico, continuiamo a subire un bombardamento che il più delle volte non usa argomenti, ma suscita emozioni. Il copione è ormai noto: il caso limite portato alla ribalta, il “benefattore” di turno che provvede ad aiutare il malcapitato a morire, l’ipocrita autodenuncia del fatto compiuto e fiumi di sproloqui dei vari influencer tutti a favore di questa falsa pietà.E noi?Che idea dobbiamo farci sull’argomento? Se per il comune pensatore ( se così si può dire) o politicante mondano questo capitolo deve necessariamente rimanere aperto fintanto che l’esito non sia un’approvazione totale e, di conseguenza, l’abolizione di ogni impedimento a procedere, per noi schierati sotto il vessillo della “Donna vestita di sole e con la luna sotto i piedi” (Ap 12,1) il capitolo è chiuso già da tempo con una chiara determinazione: la vita è sacra ed è un bene di cui non possiamo disporre come se ne fossimo i padroni assoluti. Vita e morte stanno in potere a Dio soltanto. Purtroppo anche in alcuni ambienti cattolici su questo ed altri temi moralmente gravi (vedi aborto, fecondazione artificiale, unioni omosessuali, sperimentazione sugli embrioni etc…) serpeggia una sorta di casistica progressista, tipica dell’etica della situazione. In sostanza non si nega la validità della norma morale, ma se ne ammette una eccezione in alcuni casi. Ma sappiamo bene e ne abbiamo anche esperienza che tolto un tassello dell’edifico morale poi, ad effetto domino, crolla tutto il sistema e l’eccezione diventa la regola.E’ bene ricordare, a tal proposito, quanto insegna il magistero della Chiesa Cattolica su gli atti ritenuti intrinsecamente cattivi: “ le circostanze o le intenzioni non potranno mai trasformare un atto intrinsecamente disonesto per il suo oggetto in un atto «soggettivamente» onesto o difendibile come scelta. Del resto, l'intenzione è buona quando mira al vero bene della persona in vista del suo fine ultimo. Ma gli atti, il cui oggetto è «non-ordinabile» a Dio e «indegno della persona umana», si oppongono sempre e in ogni caso a questo bene. In tal senso il rispetto delle norme che proibiscono tali atti e che obbligano semper et pro semper, ossia senza alcuna eccezione, non solo non limita la buona intenzione, ma costituisce addirittura la sua espressione fondamentale”(San Giovanni Paolo II, Veritatis Splendor 81-82) .Sulla base di questi assunti teologico-morali la Chiesa Cattolica ha espresso ed esprime anche attualmente tutta la sua contrarietà sia all’eutanasia sia all’accanimento terapeutico, chiarendo però che l’idratazione, l’alimentazione e la ventilazione non sono da considerarsi una terapia, dunque non si possono interrompere (cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica nn. 2276-2278). Non va sottovalutata in alcun modo la tentazione mortale che potrebbe nascere da una approvazione ed accettazione dell’eutanasia nelle nostre società, quasi come una istigazione al suicidio in determinate circostanze di particolare fragilità o per una mentalità che tende a scartare chi non è più ritenuto “utile”. Questo pensiero è bene espresso sempre da San Giovanni Paolo II: “Siamo qui di fronte a uno dei sintomi più allarmanti della «cultura di morte», che avanza soprattutto nelle società del benessere, caratterizzate da una mentalità efficientistica che fa apparire troppo oneroso e insopportabile il numero crescente delle persone anziane e debilitate. Esse vengono molto spesso isolate dalla famiglia e dalla società, organizzate quasi esclusivamente sulla base di criteri di efficienza produttiva, secondo i quali una vita irrimediabilmente inabile non ha più alcun valore” (enciclica Evangelium Vitae, 64) .Nonostante le parole chiare dei pontefici, purtroppo negli ultimi anni nei vari stati sono state approvate leggi di volta in volta sempre più permissive fino ad arrivare addirittura al suicidio dei bambini o alla richiesta di morte anche per motivazioni non legate alla salute fisica. Ma mentre la barbarie avanza, il giudizio della Chiesa Cattolica non cambia come dimostrano le parole di Papa Francesco: “Ricordo che va sempre privilegiato il diritto alla cura e alla cura per tutti, affinchè i più deboli, in particolare gli anziani e i malati, non siano mai scartati. Infatti, la vita è un diritto, non la morte, la quale va accolta, non somministrata. E questo principio etico riguarda tutti, non solo i cristiani o i credenti" (udienza generale del 09/02/2022). Di fronte al dolore e alla sofferenza la risposta deve essere sempre l’Amore e nei confronti della morte la risposta deve essere sempre la vita con quella speranza di eternità che emana dalla luce del Cristo Risorto. La nostra testimonianza a favore della vita, anche se in tempi molto difficili, non deve retrocedere! Siamo figli del Dio della vita, non possiamo dimenticarlo. L’Immacolata ci aiuti a camminare nel solco tracciato dal suo cavaliere San Massimiliano che ha dato la sua vita per la Vita.Salvatore La Piana