Gli italiano sono infelici?

Milizia dell'Immacolata di Sicilia
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Gli italiano sono infelici?

Milizia dell'Immacolata di Sicilia
Pubblicato da D. Torre in Attualità dal mondo · 19 Marzo 2024
Gli italiano sono infelici?
Secondo il 57 ° rapporto annuale del CENSIS dello scorso dicembre pare proprio di sì! “ pochi obiettivi … ripiegamento in piccole patrie e piccole rivendicazioni … meccanismi di promozione e di mobilità sociale usurati … la società italiana sembra affetto da un sonnambulismo diffuso”, un mondo le cui “strutture e identità si stanno sgretolando”, i cui abitanti, soprattutto i giovani sono “vulnerabili e spaventati”; queste alcune delle espressioni più choccanti.
Il Censis (Centro Studi Investimenti Sociali) è un prestigioso istituto di ricerca che, fra i tanti suoi risultati, fotografa con precisione la salute, in tutti i suoi aspetti, della società italiana da 57 anni.

Il rapporto del 2023 continua informandoci che per l’80% degli italiani il Paese è in declino; ed il misuratore per eccellenza di tale sfiducia, di tale mancanza di impegno e prospettiva, di tanto pessimismo, è l’aumento vorticoso delle “famiglie “ composte da una sola persona (nel 2040 sfioreranno i 10 milioni, di cui il 60% costituito da anziani soli). C’è poi il crollo dei matrimoni; oggi solo il 52% delle coppie sono sposate. E ciò ovviamente rende i legami più fluidi e rara l’ipotesi di fare figli. Crolla infatti la natalità che dalle 576.659 nascite del 2008 è precipitata alle 392.600 del 2022, battendo tutti i record negativi dall’unità d’Italia (1861) ad oggi. In tale quadro desolante non sorprende il vorticoso aumento di tutte le possibili paure; del clima, dell’instabilità sociale e della guerra che si avvicina.
Dice il rapporto che “ La società italiana sembra affetta da un sonnambulismo diffuso , precipitata in un sonno profondo del calcolo raziocinante…”che “ non colpisce solo le classi dirigenti , ma è un fenomeno diffuso tra la maggioranza silenziosa degli italiani … ciechi dinanzi ai presagi”

Sono evidenti le radici morali e spirituali di questa crisi profonda che attanaglia l’anima e la vita dei nostri contemporanei e incide forse anche fra tanti di noi, militi e cristiani. Chi insegna più la bellezza dell’amore ovvero della donazione di sé? Chi ricorda più, soprattutto ai giovani, che Dio ci ama di un amore incommensurabile e prepara per noi una felicità perfetta ed infinita? Chi testimonia più che l’assolvimento del proprio dovere, anche fino all’estremo sacrificio, dona una gioia sovrannaturale, come pure i santi ed i martiri ci hanno dimostrato? Chi osa più parlare della felicità che la castità, il matrimonio fedele ed indissolubile, la paternità e la maternità più generosa possono dare al cuore degli uomini? Ad un continuo declinare di diritti e di capricci chi contrappone la bellezza e la grandezza dell’assolvimento dei doveri?

Dinnanzi ad un panorama così nefasto, guardando i tanti musi lunghi che ci sono in giro, la facilità con cui si commettono tanti crimini, la frivolezza che vorrebbe riempire il vuoto di tante vite, cosa possiamo fare noi militi? Dall’inferno di Auschwitz , dove il massimo dell’aspirazione dei prigionieri era il consumo di un tozzo di pane per la sopravvivenza fisica, Massimiliano grida che solo l’amore crea e, più attuale che mai, ci ricorda: “La consapevolezza di appartenere completamente all'Immacolata ci riempia di gioia sconfinata” (SK 834). “Sempre in tranquillità e in serenità; mai nella tristezza”(SK 937). “Come ci riusciremo? La cosa più importante è potenziare sempre più il nostro personale amore verso l'Immacolata e pregarLa spesso per ottenere un amore verso di Lei sempre più profondo e ardente. Questa è la sostanza della nostra vita, della nostra esistenza” (SK 905). E quando si possiede una simile energia spirituale “Con nessuna afflizione, dunque, con nessuna tristezza, ma sempre con gioia attireremo di più gli altri all'Immacolata non tanto con la parola, quanto piuttosto con la vita, dato che siamo cosa e proprietà dell'Immacolata, siamo militi dell'Immacolata. Può forse rattristarsi colui che è proprietà di Lei?” (SK 609)

Tutto ciò può sembrare improponibile in un mondo che va perdendo la fede, in questo occidente che rinnega sempre più le sue radici cristiane. Ma questo”nuovo” che avanza fà forse felici gli uomini? Risponde alle loro esigenze più intime e più vere? Un altro grande cristiano ha già risposto ben 17 secoli fa: ” Ci hai fatti per te, o Signore, e il nostro cuore è inquieto finché non riposa in te” (S.Agostino, Le Confessioni, 1,1.5). Forti di tale consapevolezza, potremo col sorriso sulle labbra, con la speranza sovrannaturale nel cuore, con la fortezza che è dono dello Spirito Santo ma anche virtù cardinale, andare incontro ai fratelli del nostro tempo, asciugarne le lacrime ed indicare con autorevolezza, accompagnandoli, la via del Regno, che non è di questo mondo, ma comincia in esso. Non scoraggiamoci per gli insuccessi apparenti. A noi il compito del seminatore; costante, garbato, fedele alla verità annunciata con adeguato gradualismo. A noi la fedeltà, il coraggio e la tenacia, per restare in piedi in una città mezza in rovina come quella del terzo segreto di Fatima.
A Dio il compito di far crescere il seme e di mietere, al tempo e nel modo che Egli riterrà opportuno e che non è tenuto a rivelarci.



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