4° QUADERNO
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MILIZIA DELL’IMMACOLATA
Centro Regionale Sicilia
Mariofanie, appelli d’amore di Maria
a cura
della Milizia dell’Immacolata di Sicilia
Centro Regionale, via Noce 126, Palermo
Tel. 340 1409850
INTRODUZIONE
“Non spegnete lo Spirito, non disprezzate le profezie, esaminate ogni cosa, tenete ciò che è buono” (1Ts ,19-20).
Carissimi Militi,
anche quest’anno, il centro regionale presenta un quaderno, il n. 4, per aiutarci nella formazione, in abbinamento a quanto proposto dal Centro Internazionale. La formazione è indispensabile per la crescita personale, senza la quale non potremmo
essere testimoni della Buona Novella. Dopo avere riflettuto nel 2024 su alcuni titoli delle litanie Lauretane, quest’anno approfondiremo 11 apparizioni della Vergine Santa, riconosciute dalla Chiesa. La prima notizia storicamente accertata
di un’apparizione risale a Gregorio di Nissa (335 - 392), che narra della visione della Vergine avuta da un altro vescovo greco, Gregorio Taumaturgo, nel 231. Ma la tradizione ci porta ancora più in là nel tempo. Il Santuario del Pilar a Saragozza, ad esempio, avrebbe avuto origine da un’apparizione di cui fu protagonista l’apostolo Giacomo, evangelizzatore della Spagna, nell’anno 40.
Il grande mariologo, don Renè Laurentin, autore di oltre 100 opere su Maria, è giunto ad elencare circa 2000 manifestazioni della Madonna.
Le mariofanie che abbiamo preso in esame in questa pubblicazione partono dal 1531 con Nostra Signora di Guadalupe e arrivano al 1989 con la Madre del Verbo a Kibeho, con la volontaria esclusione di quelle di Fatima e rue du Bac, tante volte trattate in passato.
Alcune puntualizzazioni sono però necessarie vista la delicatezza del tema. Il riferimento di massima è quanto l’apostolo Paolo scriveva ai fedeli di Tessalonica; Quindi né scetticismo, né creduloneria, ma prudente valutazione. L’azione di noi cristiani e quella “diretta” di Dio nella storia sono Complementari: «Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la parola con i segni che la accompagnavano» (Mc 16,20).
In copertina
L’Immacolata, il tabernacolo più degno di contenere Gesù – Niepokalanow (Polonia)
Precisiamo che le apparizioni sono doni da «accogliere con gratitudine e consolazione» (Lumen gentium, 12), segni della presenza e della sollecitudine materna della Madonna, grazie del cielo, carismi che vanno intesi come rivelazioni private, per aiutarci meglio, non ad adulterare la nostra fede ma a viverla bene, soprattutto in riferimento ad una particolare situazione storica.
Tali manifestazioni non aggiungono alcunché al contenuto della Rivelazione, al depositum fidei, ma sono provvidenzialmente disposte per sostenere il cammino della Chiesa e delle anime; soprattutto nei momenti più difficili. Esse non devono alimentare futili curiosità o inutile pettegolezzo ecclesiale.
FONTI CITATE
La Chiesa, nella sua sapienza, ha gradualmente precisato i criteri di discernimento per riconoscere questa azione divina ed ha l’autorità per garantire l’autenticità e la bontà di tali segni e della loro provenienza. Vengono infatti raccolte informazione accurate dei fatti, ascoltando i testimoni; Vengono esaminati i veggenti in relazione alle loro narrazioni ma anche alla loro salute psico-fisica ; Di essi si valuta anche l’istruzione, la vita spirituale e la formazione dottrinale; Si esamina il messaggio che non può essere in contrasto con la fede; Si misurano i frutti spirituali degli eventi, come le conversioni o l’accostarsi ai sacramenti; Si guarda con rigore scientifico eventuali guarigioni miracolose connesse alla rivelazione.
Con tale attenzione e nei tempi necessari, dopo che i fenomeni sono cessati, la Chiesa esprime il suo giudizio.
Ma anche nel caso di un giudizio positivo la Chiesa non intende vincolare la coscienza dei fedeli, come se stesse insegnando una verità de fide tenenda. Ogni cristiano pertanto rimane libero di credere o meno a tali manifestazioni. Sappiamo altresì che la nostra Mammina, come la chiamava san Massimiliano,
non finisce mai di assolvere al suo ruolo di madre. Dio Padre l’ha scelta per donarci suo figlio Gesù; Gesù, dalla croce, c’è l’ha donata per aiutarci nelle difficoltà della vita, per richiamarci quando ci allontaniamo da Lui, per ricordarci che il fine di ogni cristiano è la santità, e che Lei è la via più breve per raggiungerla. Coraggio allora, lasciamoci guidare amorevolmente da Colei che è stata Madre e prima discepola di Gesù e dalla Chiesa di cui Ella è “immagine e primizia” (Lumen gentium, 68).
Gianni Capobianco - Presidente Regionale
Fra Salvino Pulizzotto - Assistente Regionale
Catechismo della Chiesa Cattolica - Libreria Editrice Vaticana, 1992
Scritti di San Massimiliano Kolbe (SK) - ENMI, 1997
Atti del Concilio Vaticano II: Gaudium et spes - Lumen Gentium
Giovanni Paolo II, Evangelium vitae- Salvifici doloris- Sollecitudo rei socialis
Livio Fanzaga con Saverio Gaeta, La firma di Maria
E. R. Galbiati, Maria Rosa Mistica Madre della Chiesa. Le apparizioni della
Madonna a Fontanelle e Montichiari
PREGHIERA DEL GIUBILEO
Padre che sei nei cieli, la fede che ci hai donato nel
tuo figlio Gesù Cristo, nostro fratello, e la fiamma di carità
effusa nei nostri cuori dallo Spirito Santo, ridestino in noi,
la beata speranza per l’avvento del tuo Regno.
La tua grazia ci trasformi
in coltivatori operosi dei semi evangelici
che lievitino l’umanità e il cosmo,
nell’attesa fiduciosa dei cieli nuovi e della terra nuova,
quando vinte le potenze del Male,
si manifesterà per sempre la tua gloria.
La grazia del Giubileo ravvivi in noi Pellegrini di Speranza,
l’anelito verso i beni celesti e riversi sul mondo intero
la gioia e la pace del nostro Redentore.
A te Dio benedetto in eterno sia lode e gloria nei secoli.
Amen
INTENZIONI DI PREGHIERA 2025
GENNAIO - «La preghiera è l’espressione di un’anima bella» (SK 1208).
Affinché nel Giubileo dell'Anno 2025 le nostre anime diventino sempre più belle.
FEBBRAIO - «L’odio divide, separa e distrugge, mentre al contrario l’amore unisce, dà pace ed edifica» (SK 1205).
Affinché ogni nostra azione scaturisca dall'amore per Dio e per il prossimo e costruisca la pace.
MARZO - «Cerca di conservare pura la coscienza; sta attento a non cadere, ma qualora tu cadessi, non tardare a rialzarti» (SK 1334).
Affinché tutti coloro che da tempo non beneficiano del sacramento della Riconciliazione possano scegliere, nell'Anno giubilare 2025, di sperimentare la gioia di mettersi nelle mani della misericordia di Dio.
APRILE - «Rivolgiti spesso all’Immacolata nelle difficoltà, nelle tentazioni e in qualsiasi altra necessità» (SK 1366).
Affinché i malati e i sofferenti non dubitino mai del potere della preghiera fiduciosa all'Immacolata.
MAGGIO - «Non dimenticare che la santità consiste non in azioni straordinarie, ma nel compiere bene i tuoi doveri verso Dio, verso te stesso e verso gli altri» (SK 1334).
Affinché i disoccupati possano trovare un impiego e i lavoratori possano gioire dalla scoperta che la loro fatica quotidiana è un cammino di santità.
GIUGNO - «Il Tuo Cuore non ha acconsentito a far sı che io mi dovessi nutrire unicamente dei ricordi del Tuo smisurato amore.
Sei rimasto su questa misera terra nel santissimo e oltremodo mirabile Sacramento dell’altare e ora vieni a me e ti unisci strettamente a me sotto forma di nutrimento..» (SK 1145).
Affinché possiamo essere sempre più appassionati del sacramento dell'Eucaristia e possiamo testimoniare sempre meglio il suo potere trasformante.
LUGLIO - «Dio vuole che le anime umili, che Lo amano e, perciò, Lo pregano, governino il mondo con la bontà e con la potenza divina, salvino e santifichino le anime e instaurino in esse il regno dell’amore divino» (SK 1302).
Affinché siamo in grado di non cercare tanto di essere consolati quanto di consolare, di essere compresi quanto di comprendere, di essere amati quanto di amare.
AGOSTO - «A ogni uomo Dio ha assegnato una determinata missione in questo mondo e, già mentre creava l’universo, disponeva le cause prime in modo tale che la catena ininterrotta dei loro effetti creasse le condizioni e le circostanze più favorevoli per l’attuazione di tale missione» (SK 1010).
Affinché i giovani scoprano a che cosa Dio li chiama e siano in grado di prepararsi bene per la loro missione.
SETTEMBRE - «O Dio infinito, […], per me hai creato i cieli costellati di stelle, per me la terra, i mari, i monti, i fiumi e tante, tante cose belle che vi sono sulla terra... » (SK 1145).
Affinché ci prendiamo cura della bellezza del mondo creato, che è un dono di Dio infinito.
OTTOBRE - «E se Ella potrà disporre di noi in modo sempre più perfetto, allora anche l’attività Missionaria, la conquista delle anime a Gesù attraverso Lei sarà sempre più efficace. Il lavoro, la sofferenza e soprattutto la preghiera produrranno frutti abbondanti» (SK 755).
Affinché i missionari abbiano molta forza e salute per predicare il Vangelo in ogni angolo del mondo.
NOVEMBRE - «Nessuno ci può far del male, se Dio non lo permette, cioè se Ella non vi acconsente. Tutto, dunque, è nelle sue materne mani.
Di conseguenza, lasciamoci soltanto condurre da Lei ogni giorno di più, ogni istante di più. Questa è tutta la nostra filosofia» (SK 755).
Affinché ci lasciamo guidare dall’Immacolata in ogni situazione, adesso e nell’ora della nostra santa morte.
DICEMBRE - «Quindi, ancora una volta ricambio di cuore gli auguri inviatimi in occasione delle feste natalizie e per il nuovo anno che si sta ormai avvicinando, e auguro che l’Immacolata prenda possesso nel modo più perfetto possibile dei cuori di tutti noi e di tutte le persone nel mondo intero» (SK 655).
Affinché l’Avvento e il Natale siano un tempo per approfondire il nostro rapporto con l’Immacolata e il suo Figlio
Consacrazione quotidiana all`Immacolata
Vergine Immacolata, Madre mia, Maria,
io rinnovo a Te, oggi e per sempre,
la consacrazione di tutto me stesso,
perché Tu disponga di me
per il bene delle anime.
Solo Ti chiedo, o mia Regina e madre della Chiesa,
di cooperare fedelmente alla Tua missione
per l’avvento del regno del Cuore
sacratissimo di Gesù nel mondo.
Ti offro, pertanto, o Cuore Immacolato di Maria, le
preghiere, le azioni e i sacrifici di questo giorno.
O Maria, concepita senza peccato, prega per noi che
a Te ricorriamo, e per quanti a Te non ricorrono, in
particolare per i nemici della Santa Chiesa e per quelli
che Ti sono raccomandati.
NOSTRA SIGNORA DI GUADALUPE (1531)
La conquista del Messico ad opera degli spagnoli, a partire dal 1519, ha favorito la nascita di una nuova civiltà, originata dalla mescolanza tra vincitori e vinti. Nel 1524 con l’arrivo a Città del Messico di dodici Francescani ebbe inizio, mentre era già in corso la nuova inculturazione, il processo di evangelizzazione degli indigeni politeisti, che offrivano alle loro divinità sacrifici umani. Evidente fu per gli indigeni, la differenza tra i loro dei sanguinari e la bontà e misericordia del Dio cristiano che invece offriva se stesso. Il Sacrificio incruento sull’altare, memoriale del Sacrificio cruento della Croce, si sovrapponeva, così, al sacrificio cruento degli indigeni e lo sostituiva! Tuttavia l’adesione alla nuova religione trovava tra loro un grave ostacolo nella pratica della poligamia che essi stentavano ad abbandonare. É in questo contesto che si colloca l’apparizione della Madonna all’indio Juan Diego Cuauhtlatoatzin, sul Tepeyac, una collina nei pressi di Città del Messico.
La storia delle apparizioni
La mattina del 9-12-1531, sulla strada verso la Ciudad per partecipare alla S. Messa, Juan Diego, giunto ai Piedi del Tepeyac, viene attratto da un canto melodioso di uccelli, per istinto alza lo sguardo e scorge sul colle una nuvola luminosissima; mentre nel silenzio improvviso, una voce più dolce del canto, lo chiama, «Juanito!
Juan Dieguito!», e lo spinge ad inerpicarsi fin sulla cima del colle, dove lo attende una Giovane, dalle vesti luminosissime, bellissima nei tratti delicati del volto simili a quelli delle morenite, le meticcie del luogo. La Giovane si presenta come “la perfetta e sempre Vergine Maria, Madre del vero Dio” e chiede che in quel posto “si costruisca, in mio onore un tempio in cui manifesterò il mio amore, la mia compassione e la mia protezione”. Ad Juan Diego, anche se perplesso, non resta che riferire al Vescovo, Mons. Zummaraga, l’incontro con la Giovane e la sua richiesta; ma, come quasi di norma avviene in questi casi, non gli si dà alcun credito. Deluso, sulla via del ritorno, ha la sorpresa di rivedere l’Apparizione che l’incoraggia ad insistere. L’indomani, Juan Diego torna alla carica, e di fronte alla sua insistenza il Vescovo, gli apre un piccolo spiraglio di speranza: perché si possa credere, l’Apparizione dia un segno tangibile della sua reale presenza; e, rivedendo al ritorno la Giovane, viene rassicurato da lei: “torna domattina a prendere il segno che reclama”. L’incontro, però, non avviene perché l’indio deve restare accanto allo zio Juan Bernardino che infermo, durante la notte, si aggrava, al punto da chiedere gli ultimi conforti religiosi. All’alba del 12 dicembre, Juan Diego si affretta allora
verso la città alla ricerca di un sacerdote per Assecondare il desiderio dello zio e, con un’astuzia quasi infantile, sceglie una deviazione per non incontrare la Morenita e perdere tempo. Ella, invece gli viene incontro, lo rassicura sulla sorte dello zio, che effettivamente guarirà, e lo invita: “va’ fin in cima alla collina, cogli i fiori che ci vedrai e portameli”. Giunto sul colle, egli troverà un gran numero di rose di Castiglia che solo il Vescovo, originario della Spagna, potrà riconoscere. L’evento è straordinario perché è inverno ed il terreno arido e pietroso è inadatto a tale fioritura. Tra il sorpreso ed il felice Juan Diego raccoglie i fiori, li sistema dentro la tilma, il suo grembiule di lavoro e, di corsa, scende verso la dolce Signora. “Figlio caro, questi fiori sono il segno che darai al vescovo… Questo lo disporrà a costruire il tempio che gli ho chiesto”. L’uomo con il cuore in tumulto, si precipita in città e, giunto in Episcopio, rifiuta di aprire la tilma se non davanti al Vescovo.
Dopo una lunga attesa, viene ammesso alla presenza del presule e, aprendo la tilma, lascia scivolare le rose che già da sole provocano nel Vescovo, che cade in ginocchio, una grande Emozione, ma, più ancora, alzando gli occhi, egli vede, come tutti gli astanti, impressa sulla tilma, l’immagine di una Signora dal volto bellissimo e pieno di dolcezza. La notizia del miracolo si espande rapidamente ed è un concorso di popolo in Cattedrale, dove, in attesa della costruzione del Tempio chiesto dalla Morenita, la tilma viene esposta alla venerazione dei pellegrini che, giorno dopo giorno, accorrono sempre più numerosi.
Viene costruita sulla collina una piccola chiesa e un eremo per Juan Diego che sceglierà fino alla morte, avvenuta il 7 dicembre 1548, 17 anni dopo la prima apparizione, di vivere accanto alla sua Madrecita che dal secolo XVI si è assunta personalmente ‘il ruolo’ di evangelizzare gli indios dell’America Centrale. Tra gli indigeni, infatti, l’evento delle apparizioni, suscitò un entusiasmo incontenibile e, a massa, rinunciando alle pratiche e consuetudine pagane, chiesero il Battesimo.
Nei nove anni che seguirono le apparizioni, nove milioni di loro furono convertiti alla fede cristiana, ovvero 3000 al giorno! Nel 1709, oltre la prima piccola chiesa sul colle, è stato eretto, più a valle, un Santuario accanto al quale, negli anni 70, è stato edificato un grandissimo e moderno santuario/basilica che risulta essere il complesso sacro più visitato del mondo.
L’Edificio sacro, tra l’altro, conserva al suo interno, oltre all’immagine miracolosa della Guadalupana, dei candelabri di ottone e un Crocifisso di ferro e bronzo pesante 34 Kg, contorti dall’energia e dal calore
prodotti, il 14 novembre 1921, dall’esplosione di una carica di dinamite, posta sull’altare in mezzo ad un mazzo di fiori. La forza dello scoppio danneggiò, inoltre, i gradini di marmo dell’altare, ruppe i vetri delle finestre del Santuario e quelli delle case circostanti ma non infranse il vetro che proteggeva la Sacra Immagine che non riportò alcun danno.
Il miracolo continuo della tilma
Il racconto lineare delle apparizioni della Virgen Morena non lascia intravedere la vasta problematica suscitata, nel corso dei secoli, dall’immagine impressa sulla tilma che è stata e continua ad essere, da parte di esperti in vari campi, oggetto di studi che portano sempre ad una conclusione: l’immagine è “acheropita”, non fatta, cioè, da mano umana; e non solo! Anche lo stato di conservazione della tilma è un prodigio che continua nel tempo.
La tilma, tipico ampio grembiule da lavoro dei messicani, veniva ricavata da un tessuto in fibre di agave, facilmente decomponibile, entro e non oltre 30 anni, come è successo per degli elementi campione, mentre la tilma di Juan Diego resiste da ben 493 anni, mantenendo intatta la freschezza originaria.
L’immagine sacra in essa impressa che rappresenta una giovane donna alta 1,43 m, i cui caratteri somatici, lo ricordiamo, sono simili a quelli di un’indiana meticcia; colpiscono il suo viso ovale bellissimo e perfetto, incorniciato da capelli corvini che sembrano fatti di seta e gli occhi da cui si sprigiona uno sguardo puro e dolcissimo, mentre la bocca accenna ad un timido sorriso. L’abbigliamento e il portamento della Giovane rivelano la signorilità e la compostezza tipiche del ceto elevato, indossa una tunica rosa, un ampio mantello azzurro- verde cosparso di stelle e bordato da un gallone dorato. Si presenta con le mani giunte; ritta, in piedi davanti a un sole a raggiera di vari toni che fa da magnifico sfondo, mentre i suoi piedi poggiano sulla luna e in mezzo alle nuvole un angelo la solleva al di sopra del mondo.
Niente di sorprendente potrebbe dire qualcuno e potrebbe avere, anche ragione se le nostre informazioni si fermassero qui; ma giunti a questo punto non possiamo non parlare delle tanti indagini a cui la tilma è stata sottoposta che hanno portato a sorprendenti conclusioni!
Ai raggi infrarossi, l’immagine, sotto il colore, non si presenta né disegnata, né schizzata, né tanto meno sulla tela, come è norma fare, è stato passato un appretto per livellare i difetti del tessuto, dare una maggiore consistenza al lavoro ed evitare l’assorbimento dei colori e, d’altra parte, non c’è traccia di pennellate, tant’è che la figura appare come una diapositiva proiettata sul tessuto.
I colori stessi, secondo un’inchiesta Nasa, non sono riproducibili né nella loro particolare tonalità, né nella qualità dei pigmenti che si mantengono vividi ed intensi come ab origine. E le sorprese non finiscono qui! Sul manto le stelle non sono distribuite né alla rinfusa, né secondo un particolare disegno fantasioso o geometrico, bensì riproducono, come evidenziato da studi astronomici, le costellazioni presenti nel cielo nel momento in cui Juan Diego apriva la tilma davanti al Vescovo. Particolare attenzione è stata prestata agli occhi, a quello sguardo che sembra vivo, anche perché studi oftalmici hanno portato all’individuazione di tutte le strutture presenti nell’occhio umano e, in particolare, la retina su cui in una prima indagine è stata individuata l’immagine di Juan Diego, mentre in una seconda più approfondita esplorazione sono stati visti riflessi sulla pupilla 13 personaggi, incluso il Vescovo e Juan Diego, presenti nel momento in cui, aperta la tilma, la Madonna vi è apparsa impressa, come se Lei fosse viva e li guardasse. Alla ricchezza di questi particolari, si aggiunge la riproduzione esatta della rete dei capillari sanguigni delle palpebre e della cornea. Nessuna mano d’uomo potrebbe riprodurla con tanta perfezione! E siamo all’ultima sorprendente scoperta! Indagini ginecologiche hanno stabilito che le misure del grembo della Vergine corrispondono a quelle di una donna incinta di mesi e tale ipotesi è confermata dalla tunica che Ella indossa, arricchita da fiocchi neri all’altezza del ventre, un particolare questo che nella cultura india indicava lo stato di gravidanza. Poco più in basso, in corrispondenza alla zona di impianto dell’embrione, spicca un fiore con 4 petali: il Fiore solare, simbolo per gli atzechi della Divinità, a conferma che la Virgen porta dentro di sé l’Uomo-Dio.
Qual è il messaggio di Nostra Signora di Guadalupe?
I particolari dell’immagine ricca di simboli della cultura atzeca colpirono profondamente gli indios e in molti determinarono la conversione alla fede cristiana.
A partire dal secolo XVI la Vergine ha così chiamato a salvezza, migliaia di anime ed, ancora, la rinuncia del culto pagano, ha liberato tante vite umane dal rischio di essere sacrificate agli dei.
Questo aspetto è di grande attualità ai giorni nostri in cui si moltiplicano e si aggravano le minacce contro la vita dei singoli e dei popoli, soprattutto quando si tratta di vite deboli ed inermi. Lo stato di gravidanza della Donna in particolare va interpretato come un appello speciale in favore dei nascituri e in difesa della vita umana e, qui, noi Militi, siamo, pienamente, dentro la nostra missione! Omicidi, genocidi, aborti, eutanasia, lo stesso suicidio volontario assistito e altre azioni simili, a cui non è estraneo il degrado morale, violano la sacralità della persona umana, ledono grandemente l’onore e la dignità dell’uomo ed offendono il Creatore (cfr Gaudium et spes, 27).
Di fronte a tali e tanti flagelli che godono di un ampio consenso sociale e, non di rado, di riconoscimenti legali, invochiamo Maria con fiducia, Ella è un “modello incomparabile di accoglienza della vita e di sollecitudine per la vitae” (Evangelium vitae,102). Meditare oggi sull’evento guadalupano significa, così, porsi, come ci insegna anche san Massimiliano Kolbe, a servizio della vita, sull’esempio e alla scuola di Maria, Maestra di umanità e di fede. Ella, Madre del Verbo, annunciatrice e Serva della Parola, ci aiuterà ad accogliere e pregustare, qui e adesso, la Vita che Essa propone; a percorrere la Via che Essa ci indica; a comprendere la Verità che Essa racchiude e che deve diffondersi e risplendere in tutto il suo fulgore, come l’immagine misteriosa sulla tilma del veggente messicano, canonizzato da san Giovanni Paolo II nel 2002.
NOSTRA SIGNORA DI LAUS (1664 – 1718)
Le apparizioni e i messaggi
Le apparizioni di Nostra Signora di Làus [del Lago, oggi scomparso n.d.a.] si svolgono durante quasi tutto il regno di Luigi XIV, il “Re Sole”. Esse sono state «le più lunghe … della storia». Ben 54 anni! La Vergine Maria appare a Benoit [Benedetta] Rencurel, secondogenita di tre figli. I genitori, entrambi contadini, sono Guillame [Guglielmo] Rencurel e Catherine Matheron. La veggente nasce a Làus, un piccolo e povero paese di trenta anime che abitavano in «quaranta focolari» fra le montagne della Provenza, vicino Saint-Etienne [Santo Stefano n.d.a.], diocesi di Gap, il 29 settembre 1647, giorno della festa di San Michele Arcangelo.
La fanciulla «mai aveva frequentato un solo giorno di scuola». Eppure aveva acquisito una buona cultura grazie all’istruzione che riceveva dalla Vergine Maria per tre ore al giorno. «La Vergine Maria … svolgeva sulla ragazza un noviziato, per plasmarla alla perfezione». Divenuta orfana di padre prematuramente, contribuì a portare «un tozzo di pane» alla famiglia come pastorella e come collaboratrice della signora Rollaund, ma «prima di andare a servizio [Benoit n.d.a.] si fa regalare dalla madre un Rosario». Benoit è una bambina allegra, sveglia, sempre in movimento, che guarda «diritto negli occhi» anche il suo Angelo Custode, che vedeva frequentemente e qualche volta veniva da lui comunicata. Essendo analfabeta, non scrisse nulla sulle apparizioni.
Nel maggio del 1664, mentre pascolava il gregge nel Vallone dei Forni, Benoit vide per la prima volta una «Fanciulla bellissima con un Bambino in braccio».
Le sorrideva senza proferir parola. La Fanciulla emanava un profumo talmente intenso che impregnò gli abiti della giovane veggente. Ad agosto Ella parlò ma senza svelare la sua identità. La Beata Vergine comparve per quattro mesi in questo luogo. Durante queste apparizioni, Benoit fu lo strumento della conversione dell’avara signora Rollaund.Seguirono altre apparizioni.
Quella vicino alla fontana, quando la Bella Signora lava il viso sporco di fango a Benoit e ad altri bambini che giocavano con lei; quella in cui donò del pane ai genitori ai quali erano morti dei figli. Ancora, quando aiutò Benoit e la sorella a rialzare senza sforzo alcuno l’asino che era scivolato in un sentiero. Infine, quando la veggente andò a trovare una donna malata e muta con altre bambine; al termine della recita del Rosario, la donna riprese a parlare.
Come è facile dedurre, la notizia delle apparizioni «raggiunse in breve tempo ogni angolo della Francia». Accorsero numerosi pellegrini. «Nel giorno della festa di San Giuseppe … e dell’Annunciazione del 1665 … essi … furono centotrentamila … Tutta la popolazione della provincia non poteva fornire tale cifra». La notizia delle apparizioni giunse anche alle orecchie delle autorità locali.
Il giudice François Grimaud iniziò le indagini. Il giurato poneva delle domande alla Vergine tramite Benoit. Ma la Fanciulla non rispondeva, nè compiva prodigi su richiesta di chicchessia. Solo il 29 agosto del 1664, durante una processione, la Fanciulla dichiarò di chiamarsi «Maria»! Da dicembre la Vergine non apparve più.
Le apparizioni ripresero al fiume Avance, vicino Làus. Qui la «Buona Signora» disse a Benoit: «Andate alla piccola cappella di Làus. Qui mi vedrete spesso». Làus era difficile da raggiungere a causa delle frequenti inondazioni del fiume Avance.
La cappelletta, edificata nel 1640, era dedicata a «Nostra Signora del Buon Incontro», «perché è là che la piccola pastorella doveva incontrare la divina Pastora delle anime». La sua capienza era di appena dieci persone.
Benoit saliva ogni giorno alla cappella. Lasciava il gregge nella radura ed esso non fu mai aggredito da nessuno dei numerosi animali feroci che si aggiravano in quel luogo. Nel frattempo, anche le autorità ecclesiastiche diocesane istruirono tre inchieste, dal 1669 al 1672. Esse formarono una commissione canonica presieduta dallo scettico mons. Lambert. Ma anche lui, davanti all’evidente miracolo che beneficò la ventiduenne Catherina Vial, inferma da sei anni, commosso, dovette capitolare dicendo: « Digitus Dei est hic [Qui vi è il dito di Dio n.d.a.]» e la commissione sentenziò con la laconica dicitura: «Constat de supernaturalitate»!
Anche un medico di Serres e il dott. Corrèard, chirurgo di Veynes, tutti e due ugonotti, si convertirono. Come segno di riconoscenza, le stesse autorità ecclesiastiche decisero di costruire una chiesa. Essa inglobò la piccola cappella. I lavori iniziarono nel 1666 e si conclusero nel 1669.
Degna di nota è che la costruzione dell’edificio religioso poté realizzarsi grazie ai poveri del luogo, che si premurarono a donare tutto quel poco che avevano.
Fra i prodigi che si manifestarono al piccolo santuario, il «più straordinario è quello che la Santa Vergine operò in favore dei bambini morti senza Battesimo.
I bambini erano portati alla Regina degli Angeli e deposti sull’altare.
Quell’altare aveva la virtù di rendere loro, almeno per un momento, la vita. Quando l’Acqua santa del Battesimo colava sulla loro fronte … si riaddormentavano ben tosto! Volavano da Làus al Paradiso. Su quell’altare si è visto pure posare un bambino che aveva cessato di respirare da otto giorni, e un’altro dissotterrato dalla viva fede della madre, dopo essere stato per ventiquattro ore nel Cimitero». Per notizia, «Si trovano segnati nei manoscritti 1300 prodigi, per lo spazio di 38 anni»! I pellegrini che accorrevano a Làus si convertivano con facilità. Benoit cercava di non trascurare nessuno e a ciascuno di loro donava la dolcezza del suo sorriso. Dopo questa prima accoglienza, la veggente poi li inviava ai sacerdoti, divenuti anch’essi numerosi col passare del tempo, per confessarsi. Tra essi giunsero anche dei «nuovi sacerdoti giansenisti e massoni»; ma dopo che essi si permisero di appellare «la Beatissima Regina del Cielo e della Terra» come «nostra sorella», vennero allontanati con poca cortesia dalla comunità locale. Nel 1684 giunsero a Làus anche dei pellegrini “speciali”, ovvero i fanti del Reggimento “Turenna”, agli ordini del colonnello Dusson.
Tutti i militari si recarono in processione al santuario e lì si confessarono e, dopo, fecero fermo proposito di convertirsi e di cambiare i loro costumi di vita. In particolare il capitano Jehan de Boilly, marchese di Souvignè, lasciò questa testimonianza, scritta in una lettera spedita a sua madre: «La fede profonda di quel popolo mi penetrò all’improvviso. Caddi in ginocchio e come se mi avessero messo davanti un bruttissimo quadro, vidi con gli occhi dell’anima tutti i miei disordini e peccati … ed io l’orgoglioso, il cinico libertino, lo spaccone fanfarone, da quale confusione fui preso quando vidi la veggente avvicinarsi a me.
Non è bella [ma] la purezza [da] alla sua fisionomia una dignità incomparabile. Mi disse sottovoce di confessarmi, poi di piangere molto e con un sorriso mi ammonì di non fare più lo zingaro che si confessa e poi ritorna al suo peccato». Nello stesso anno si contarono la celebrazione di dodici Messe al giorno. Le notizie ufficiali delle apparizioni ci sono pervenute grazie ai manoscritti del giudice Grimaud; dal sacerdote Jean Peytien, confessore di Benoit; dall’eremita François Aubin e dal vicario, mons. Gaillard. Fra i loro appunti si legge che la Vergine Maria concesse alla veggente la grazia della cardiognosi. Le testimonianze furono nascoste da frati in un convento al fine di salvaguardarle dalle devastazioni dei «galantuomini» della rivoluzione francese. Serena e perfettamente lucida, la sera dei Santi Innocenti Martiri, il 28 dicembre 1718, Benoit muore con indosso l’abito delle terziarie domenicane. Poco prima affidò le sue ultime volontà al notaio, ovvero di destinare tutti i suoi averi alle sorelle, ai nipoti ed agli amici. Negli anni successivi, Làus, nonostante le deturpazioni e le persecuzioni «di delinquenti travestiti da ideologie sociali», si è conservata sino ad oggi un centro di grande importanza spirituale per tutta la Francia. Del santuario di Làus disse Jean Guitton: «È uno dei tesori più nascosti e più potenti della storia d’Europa».
Il 7 settembre 1871, il beato Pio IX segnava l’introduzione della causa nella Curia Romana, e dalla stessa veniva decretato a Suor Benedetta il titolo di Venerabile ed il 16 ottobre 1872, la proclamava “Serva di Dio”. Nel 1981, san Giovanni Paolo II riavviò il processo di canonizzazione di Benoit Rencurel. Il 4 maggio 2008, dopo 342 anni, la Chiesa ha riconosciuto ufficialmente le apparizioni mariane di Làus. Gli insegnamenti che Benoit ricevette dalla Vergine Maria dalle apparizioni furono così sintetizzabili: l’amore per la preghiera, specialmente alle litanie; lo spirito di distacco, di rinunzia e di pazienza.
Spunti di riflessione
Dal racconto delle apparizioni di Nostra Signora di Làus sono emerse quattro parole chiave: apparizione, coraggio, conversione e missione. Vediamo cosa ci dice San Massimiliano Maria Kolbe nei suoi scritti in tal senso.
Sulle apparizioni, riferendosi ad “una collana ebreo-protestante”, che pur pubblicava alcuni buoni libri, si chiede: «Perché … si evitano accuratamente le tanto numerose apparizioni della Madre di Dio? È di Lei, evidentemente, che il diavolo ha molta paura» (SK 90). Sul coraggio scrive una frase che calza a pennello con quanto raccontato su Làus: «Ebbene, noi abbiamo una Madre in cielo, la personificazione della Misericordia Divina, l'Immacolata. Se, dunque, ti tormenta il pensiero della vita e dei peccati passati, se non hai il coraggio di guardare a ciò che ti attende oltre la tomba, offriti a Lei totalmente, senza limiti, affida a Lei l'intero problema della tua salvezza, tutta la tua vita, la morte e l'eternità, confèssati con sincerità e confida pienamente in Lei, e conoscerai che cosa sia la pace e la felicità, il pregustamento del Paradiso e sospirerai verso di esso. Se non hai mai sperimentato tutto questo, prova se è vero e vedrai» (SK 1103). E cita come esempio due santi spagnoli: “In s. Teresa, invece, si fa strada lo spirito cavalleresco. Nata ad Avila, “città di cavalieri” dove perfino le donne, durante un'assenza dei loro mariti, furono in grado di resistere ad un assedio era profondamente compenetrata dello spirito della propria città e della propria nazione; per questo appunto noi troviamo spesso nei suoi scritti le espressioni: “Dio delle battaglie”, “lo stendardo di Dio”, “servire Dio con coraggio virile”.
Lo stesso atteggiamento è possibile ravvisare nel connazionale di s. Teresa, s. Ignazio di Loyola, che era stato un soldato” (SK 1010).
Pertanto «Noi ci facciamo coraggio e andiamo oltre» (SK 1268). Sulla terza parola chiave, la conversione, San Massimiliano ci ricorda che: «Sovente capita pure che sincere ricerche, sostenute da ferventi preghiere, accompagnate da una vita pura, conducano alla conoscenza della verità, alla conversione» (SK 1113); e «la Milizia dell'Immacolata ha come scopo la conversione dei peccatori» (SK 1121). E tutto ciò produce «un rinnovamento dei costumi» (SK 1222). Concludiamo con l’impegno primario di ogni milite: la missione.
San Massimiliano «annotò nel proprio diario in data 27 agosto 1915, allorché [gli, n.d.a.] giunse la notizia di una sua probabile partenza per la guerra: … “Ah! ti supplico, o Padre buono, interèssati Tu di questa faccenda e mettimi dove vuoi.
Devo fare il soldato! Permettimi, allora, in mezzo a questi spaventosi frangenti, di poter svolgere anche in questa situazione la bella missione per la quale mi hai chiamato: sollevare le anime per mezzo delle opere di misericordia, renderle felici, facendomi guida di molte, molte di esse e conducendole tutte a Te”» (SK 1247).
E in un tempo di pace (?) come il nostro, qual’è una delle espressioni della missione del milite? Ci risponde il Nostro Santo, citando papa Leone XIII: «la buona stampa è una missione continua» (SK 1248). Ci permettiamo di aggiungere: e la sua diffusione appassionata! Non dimenticando che, anche con il suo contributo, «la nostra missione fondamentale è quella di avvicinare le anime a Lei, di condurre Lei alle anime» (SK 1277).
NOSTRA SIGNORA DI LA SALETTE (1846)
Il racconto dell'apparizione
Il 19 settembre 1846, circa alle tre del pomeriggio, su una montagna vicina al villaggio di La Salette-Fallavaux, due ragazzi, una pastorella di quindici anni di nome Mélanie Calvat e un giovane pastore di undici anni di nome Maximin Giraud, conducono al pascolo le mucche nel luogo chiamato ravin de la Sezia.
Improvvisamente in mezzo ad una valle scorgono un globo di fuoco, “come se il sole fosse caduto in quel luogo", e al suo interno una “Bellissima Signora”, seduta, con i gomiti sulle ginocchia e il viso nascosto tra le mani, che versa lacrime abbondanti.
Non smettendo di piangere, annunzia ai due veggenti in dialetto ed in francese: «Se il popolo non si sottomette, sarò costretta a lasciare libero il braccio di mio Figlio, esso è così forte e così pesante che non posso più sostenerlo [...] da quanto tempo soffro per voi! Se voglio che mio Figlio non vi abbandoni, mi è stato affidato il compito di pregarlo continuamente per voi; voi non ci fate caso. Per quanto pregherete a farete, mai potrete compensare la pena che mi sono presa per voi.
Egli vi ha dato sei giorni per lavorare, e il settimo per riposare e voi non lo volete riconoscere. Coloro che guidano i carri non sanno imprecare senza usare il nome di mio Figlio. E’ questo che appesantisce tanto il braccio di mio Figlio. Se il raccolto si guasta è colpa vostra. Ve lo mostrai l'anno scorso con le patate, ma voi non l'avete considerato. Anzi, quando ne trovavate di guaste, bestemmiavate il nome di mio Figlio. Continueranno a marcire e quest'anno, a Natale, non ce ne saranno più. Sopraggiungerà una grande carestia.
Prima di essa, i bambini al di sotto dei sette anni saranno colpiti da tremito e morranno...Se questa gente si convertirà, allora, le pietre e le rocce si muteranno in mucchi di grano e le patate nasceranno da sole nei campi. Dite la vostra preghiera, figli miei? Bisogna dirla bene, mattino e sera [...] d'estate a Messa vanno solo alcune donne anziane. Gli altri lavorano di domenica, tutta l'estate.
D'inverno, quando non sanno che cosa fare, vanno a Messa solo per burlarsi della religione. In quaresima vanno dal macellaio come cani».
Queste profezie si sono concretizzate poco dopo, con l’arrivo in ondate successive, di oidio, filossera e peronospora, funghi parassiti che infersero danni gravissimi all’agricoltura, francese e non solo. Inoltre la mortalità infantile afflisse il
circondario di La Salette. Il peccato genera il disordine nella creazione di cui l’uomo è custode; come avvenne sin dal peccato originale. Non è crudele Dio; è l’uomo che resiste alla Sua grazia ad impedirGli di esercitare la Sua bontà. Maria, madre e profetessa, ce lo ricorda con le Sue apparizioni. La “Bellissima Signora” comunica poi un segreto diverso a ciascuno dei due fanciulli, per infine scomparire in cielo.
I due veggenti li scrissero al papa, il beato Pio IX, il 2 luglio 1851 e le due lettere furono rinvenute in Vaticano, nell’archivio della Congregazione per la Dottrina della Fede soltanto nel 1999 dal sacerdote francese Michel Corteville. Lo studioso così ne commentò l’importanza: «I due testi ritrovati ci offrono […] l’Apparizione nella sua integrità.
Come Gesù nel Vangelo, così Maria a La Salette non ha solo annunciato cattive notizie, né parlato soltanto di peccati. La sua grande rivelazione è uguale a quella del Vangelo di Luca (2, 34), che ci presenta Cristo "Signore del tempo e della storia", "rovina e risurrezione di molti in Israele", tradito dagli uni, accolto dagli altri, amico dei più piccoli e nemico degli orgogliosi e dei potenti...
Punto finale d'una lunga polemica storica, i nuovi testi, se accolti con umiltà e serietà, possono aumentare i frutti di misericordia e di conversione, offerti dalla Vergine riconciliatrice. 'Là dove il peccato è abbondato, è sovrabbondata la grazia" (Rm 5,20). Povero o ricco, nobile o plebeo, chierico o laico, francese o straniero, la Madonna esorta tutti a salire più in alto, verso il Salvatore, senza fermarsi a guardare indietro”.
Messaggio di Melania al beato Pio IX del 6 luglio 1851
“Melania, sto per dirti qualcosa che non dirai a nessuno. Il tempo della collera di Dio è arrivato; se, quando avrai detto ai popoli ciò che ho detto adesso e che ti dirò di dire ancora; se, dopo ciò, essi non si convertono, non si fa penitenza e non si cessa di lavorare la domenica e si continua a bestemmiare il santo nome di Dio; in una parola, se la faccia della terra non cambia, Dio si vendicherà contro il popolo ingrato e schiavo del demonio. Mio figlio sta per mostrare la sua potenza. Parigi, questa città macchiata da ogni sorta di crimini, perirà immancabilmente; Marsiglia sarà distrutta in breve tempo.
Quando queste cose succederanno, il disordine sarà completo sulla Terra; il mondo si abbandonerà alle sue empie passioni. Il papa sarà perseguitato da ogni parte, gli si sparerà addosso, lo si vorrà mettere a morte, ma non gli potranno far nulla. Il vicario di Cristo trionferà ancora una volta. I sacerdoti, i religiosi e i veri servi di mio figlio saranno perseguitati e molti moriranno per la fede di Gesù Cristo.
Regnerà in quel tempo una grande fame. Dopo che saranno avvenute tutte queste cose, molte persone riconosceranno la mano di Dio su di loro e si convertiranno e faranno penitenza dei loro peccati. Un grande re salirà sul trono e regnerà per
alcuni anni. La religione rifiorirà e si espanderà su tutta la terra e la fertilità sarà grande, il mondo, contento di non mancare di nulla, ricomincerà con i suoi disordini e abbandonerà Dio e si darà in braccio alle sue passioni criminali.
Vi saranno anche dei ministri di Dio e delle spose di Gesù Cristo che si abbandoneranno ai disordini e questa sarà una cosa terribile; infine un inferno regnerà sulla Terra; sarà allora che nascerà l'Anticristo da una religiosa, ma guai ad essa: molte persone gli crederanno perché si dirà venuto dal cielo; il tempo non è molto lontano, non passeranno due volte cinquant’anni [cioè un secolo - n.d.r.]”.
Mia piccola, voi non direte ciò che vi ho appena detto. Infine, voi non direte più niente fino a quando vi dirò di dirlo. Prego il Santo Padre di darmi la sua santa Benedizione.»
Messaggio di Massimino al beato Pio IX del 3 luglio 1851
«Il 19 settembre 1846 noi abbiamo visto una bella signora. Noi non abbiamo detto che quella signora fosse la Santa Vergine, ma abbiamo sempre detto che era una bella signora. Io non so se fosse la Santa Vergine o un'altra persona, ma oggi credo che fosse la Santa Vergine. Ecco ciò che quella signora mi ha detto.
Se il mio popolo continua, ciò che sto per dirti arriverà al più presto; se cambia un poco, sarà più tardi. La Francia ha corrotto l'universo, un giorno sarà punita.
La fede si spegnerà in Francia. Un terzo della Francia non praticherà più la religione o quasi.
L'altra parte la praticherà ma non bene ... In seguito le nazioni si convertiranno e la fede si riaccenderà dovunque. Una grande contrada del Nord dell'Europa, ora protestante, si convertirà e sull'esempio di quella contrada anche le altre nazioni del mondo si convertiranno.
Prima che questo accada si verificheranno nella Chiesa grandi turbamenti e poco dopo il Santo Padre, il papa, sarà perseguitato. Il suo successore sarà un pontefice che nessuno s'aspetta.
Poco dopo giungerà una grande pace, ma non durerà a lungo. Un mostro verrà a turbarla.
Tutto quello che vi dico accadrà nel prossimo secolo o al più tardi negli anni del duemila (Massimino Giraud).
Ella mi ha detto di dirlo qualche tempo dopo. Mio Santo Padre, la vostra benedizione ad una delle vostre pecore.»
Il riconoscimento della Chiesa cattolica
Un primo positivo effetto è la conversione del miscredente padre di Maximin. Il primo pellegrinaggio avviene il 24 novembre, guidato dai due ragazzi. Il 16 aprile 1847 sarebbe avvenuta la prima guarigione miracolosa, riguardante suor Claire Peirron. Il 15 agosto ancora una guarigione, ritenuta miracolosa, di Mélanie Gamon, a Corps. Il 7 luglio 1847 il vescovo di Grenoble mons, Filiberto De Bruillard, istituì una commissione per condurre un'indagine dettagliata durante la quale vennero ascoltati Mélanie e Maximin. Quando si giunse all’esito finale dei lavori, il vescovo diocesano scrisse:
«L’apparizione ha in sé tutte le caratteristiche della verità … i fedeli sono giustificati a credere al di là di ogni dubbio e con certezza … Quindi, al fine di tributare la nostra più sentita gratitudine a Dio e alla gloriosa Vergine Maria, autorizziamo la devozione a Nostra Signora della Salette.
Consentiamo che il clero predichi questo grande evento e che ne tragga conseguenze pratiche e morali…». La relazione fu pubblicata il 26 giugno 1848 e inviata a papa Pio IX nell'agosto del 1848. I risultati furono approvati dalla Santa Sede.
Successivamente, nel maggio 1852, il vescovo di Grenolbe, annunciava la costruzione di un Santuario nel luogo dell'Apparizione, ricordando in una sua lettera: “Per quanto possa essere importante l'erezione di un Santuario, vi è ancora qualche cosa di molto più importante: cioè i ministri della Religione, destinati al servizio del Santuario stesso, all'accoglienza dei pellegrini, a predicare la Parola di Dio all'esercizio del ministero della Riconciliazione, all'amministrazione del sacramento dell' Eucaristia e ad essere per tutti, i dispensatori fedeli dei misteri di Dio e dei tesori spirituali della Chiesa. Questi sacerdoti saranno chiamati i Missionari di N.D. de La Salette.
La loro istituzione e la loro esistenza saranno come il Santuario stesso, un perpetuo ricordo dell'apparizione misericordiosa di Maria". L’istituto è oggi presente in tante nazioni e regge i santuari dedicati a Notre Dame de La Salette contando diverse centinaia di sacerdoti. Con la stessa spiritualità nacquero anche due istituti religiosi femminili, oggi riuniti nelle Suore di Nostra Signora di La Salette, presenti in 4nazioni. Giovanni Maria Vianney, il santo curato d'Ars, dopo alcuni dubbi iniziali, ed un incontro con Massimino nel 1850, credette nella veridicità delle apparizioni.
I segni
Il 31 maggio 1847, viene posta una croce sulla montagna corredata con gli ornamenti portati dalla “Bellissima Signora” dell’apparizione. La Madonna portava intorno al collo una catena con un crocifisso e sui bracci orizzontali della croce erano aggiunti un martello e delle tenaglie; ai piedi della croce vi era un teschio con i femori incrociati. Il martello è il peccato dell’uomo che inchioda Gesù alla croce; le tenaglie rappresentano lo sforzo di riparazione dei buoni cristiani che tentano di rimuovere i chiodi. Il teschio con i femori ricordano l’ineluttabilità della morte, e l’importanza di lavorare incessantemente alla salvezza propria ed altrui.
«Le lacrime della Madonna a La Salette mi viene spontaneo paragonarle in qualche modo al sudore di sangue di Cristo nel Getsemani.
Gesù è morto per i nostri peccati - e quindi ci ha esplicitato il suo infinito amore, però tale amore non è compreso, non è accolto, viene persino rifiutato...
Perciò le lacrime della Madonna stanno a indicare la nostra non corrispondenza alla grazia, cioè il rifiuto che opponiamo alla misericordia di Dio. Sono lacrime di dolore che ella versa su di noi, sui suoi figli che vivono nel peccato, perché Maria non può forzare alla conversione, ma può soltanto esprimere l'amarezza per il rifiuto del dono dell'amore» (Livio Fanzaga con Saverio Gaeta, La firma di Maria).
Siamo pertanto chiamati ad una conversione sincera e ad ascoltare l’invito della Madonna a non continuare di offendere Suo Figlio. Le sue lacrime debbono farci riflettere; Lei è la nostra mamma e si preoccupa della nostra sorte, desidera incontrarci tutti nella Gerusalemme celeste.
NOSTRA SIGNORA DI LOURDES (1858)
Lourdes è il comune francese, in cui - tra l'11 febbraio e il 16 luglio 1858 - Bernadette, contadina quattordicenne, poverissima, ignorante e malaticcia, visse diciotto apparizioni di una "bella signora" in una grotta poco distante dal piccolo
sobborgo di Massabielle. Nel luogo indicato da lei come teatro delle apparizioni fu posta nel 1864 una statua della Madonna ed intorno alla grotta si è sviluppato nel tempo un imponente santuario che accoglie ogni anno fino a 5 milioni di pellegrini.
In quell’anno la Francia laicista e anticristiana celebrava in pompa magna il centenario della nascita di Robespierre, che, durante la rivoluzione francese a colpi di ghigliottina, pensava di sostituire Nostro Signore Gesù Cristo con la Dea Ragione.
Le apparizioni
11 febbraio - Bernadette raggiunge Massabielle per raccogliere legna in compagnia di una sorella e di un'amica.
Intenta a levarsi le calze per attraversare il fiume Gave, ode come un rumore di vento e volgendo lo sguardo verso la grotta vede la Signora misteriosa: «Io scorsi una signora vestita di bianco. Indossava un abito bianco, un velo bianco, una cintura blu ed una rosa gialla sui piedi»; un’immagine poi entrata nell'iconografia classica. Bernadette, dopo aver fatto il segno della croce, si unisce a Lei nella recita del rosario. Al termine della preghiera, la signora svanisce improvvisamente.
18 febbraio - Per la prima volta la signora rivolge la parola a Bernadette, che penna e un pezzo di carta alla mano, chiede di scrivere il suo nome.
La signora le risponde: "Non è necessario"; poi continua: "Non vi prometto di rendervi felice in questo mondo ma nell'altro. Potete avere la gentilezza di venire qui per quindici giorni?"
La veggente è stupita. È la prima volta che qualcuno le si rivolge dandole del voi e con tanta cortesia; così commenterà queste parole: "Ella mi guardava come una persona guarda un'altra persona”. La Madonna ricorda che il suo ruolo di mediatrice serve soprattutto alla vita eterna a cui l’uomo è chiamato.
24 febbraio - La Signora si rivolge a Bernadette dicendo: "Penitenza! Penitenza!
Penitenza! Pregate Dio per i peccatori! Bacerete la terra in espiazione dei peccatori!" E’ la stessa ammonizione dell’angelo del Portogallo apparso nel 1916 ai pastorelli e ripetuta nel 3° mistero di Fatima; penitenza in riparazione dei peccati nostri ed altrui.
25 febbraio - Su richiesta della Signora, Bernadette scava con le mani nel terreno
La Madre di Dio e madre nostra vuol melmoso e trova, non subito, una sorgente d'acqua. Bernadette riferisce: "Lei mi
ha detto di andare a bere alla fonte (...) Trovai soltanto un po' di acqua fangosa.
Alla quarta prova potei bere. Lei mi ha fatto anche mangiare dell'erba che si trovava vicino alla sorgente." Dinanzi alla folla che le dice: "Sai che ti credono pazza facendo cose simili?" lei risponde semplicemente: "È’ per i peccatori". Da allora la sorgente non ha mai cessato di sgorgare, e la sua acqua guarisce ancora ogni sorta di mali, spirituali e fisici, senza inoltre diffondere alcun contagio fra le migliaia di malati immersi nelle piscine da essa alimentate.
San Massimiliano farà esperienza di quest’acqua, la cui applicazione al pollice destro in cancrena fino all’osso, gli eviterà l’intervento chirurgico previsto per l’indomani (cfr SK 12).
27 febbraio - Bernadette beve l'acqua della fonte e compie altri gesti penitenziali.
28 febbraio - Bernadette prega, bacia la terra e cammina in ginocchio.
1marzo - Nella notte si verifica il primo presunto miracolo: una donna, Caterina Latapie, di Loubajac, immerge il suo braccio slogato nell'acqua della fonte riacquistando la mobilità dell'arto.
2 marzo - La Signora dice a Bernadette: "Dite ai sacerdoti che si venga qui in processione e che si costruisca una cappella". Bernadette riferisce la richiesta al parroco di Lourdes, il sacerdote Peyramale, che però è interessato solo a un'unica informazione: il nome della Signora. Inoltre pretende una prova: veder fiorire il roseto (di rose canine) della grotta in pieno inverno.
25 marzo, festa dell’Annunciazione - Bernadette riferisce: "Lei alzò gli occhi al cielo, unendo, in segno di preghiera, le Sue mani che erano tese e aperte verso la Terra, e mi disse: «Io sono l'Immacolata Concezione». Lo disse in dialetto guascone, l'unica lingua che Bernadette comprendeva: «Quesoy era Immaculada Councepciou.» La ragazzina se ne va correndo e, durante il cammino, ripete in continuazione le parole ascoltate, per lei incomprensibili e le riferisce al parroco che ne rimane impressionato, e che così si convincerà che è proprio la Madre di Dio ad apparire a Massabielle. Bernadette ignorava quell'espressione teologica; solo quattro anni prima, nel 1854, papa Pio IX ne aveva fatto un dogma della fede cattolica, ma in quel paese sperduto quella ragazzina ignorante non lo sapeva.
7 aprile - Bernadette tiene una candela accesa, la cui fiamma le avvolge a lungo la mano senza bruciarla; episodio constatato da un medico presente, il dottor Dozous.
16 luglio - Bernadette sente ancora la misteriosa chiamata interiore a raggiungere la grotta. E lì giunta riferisce: "Mi sembrava di essere dinanzi alla grotta, alla stessa distanza delle altre volte, io vedevo soltanto la Vergine, non l'ho mai vista così Bella!".
I messaggi – I segni
Alcuni messaggi sono esplicitati, per altri bisogna ricorrere al simbolismo. La presenza di Maria, "l'Immacolata Concezione" avviene in una grotta, un luogo (come a tre Fontane-Roma) sporco, scuro, umido e fetido, chiamato "tute aux cochons" perché vi si portavano i maiali. Dio e Maria non disdegnano la miseria dei luoghi e delle anime degli uomini. Gesù è venuto a sedersi alla tavola dei peccatori (cfr Mt 9,10)"perché è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto"(Lc 19,10).
significarci che in ogni condizione della nostra vita spirituale, ella è pronta a soccorrerci; così fece con i grandi peccatori Ratisbonne e Cornacchiola.
Maria viene soprattutto a dirci che Dio ci ama, nonostante le nostre miserie ed è pronto sempre a colmare le nostre lacune e dimenticare i nostri peccati; purchè Glielo chiediamo. Sui piedi di Maria a Lourdes c’erano rose gialle, il colore della santità che rimanda all’oro
e alla luce. Durante le prime sette apparizioni Bernadette mostra un viso raggiante di gioia, di felicità e di luce. Ma tra l'ottava e la dodicesima apparizione tutto cambia: il viso di Bernadette diventa duro, triste, addolorato e soprattutto ella compie dei gesti incomprensibili, che suscitano le grida disgustate della folla ormai numerosa che segue gli eventi: "Questa ragazza è pazza".
Si sporca il volto, ricordandoci la descrizione del profeta Isaia quando parla del Messia. "Poiché Egli porta su di Sé tutti i peccati degli uomini, il suo viso non ha più aspetto d'uomo. Egli era come una pecora condotta al macello, al suo passaggio tutti lo schernivano".
Cammina in ginocchio fino al fondo della Grotta così come Dio è sceso dal cielo per inginocchiarsi nella natura umana. Bacia la terra, il luogo della vita dell’uomo e la natura materiale dalla quale è stato tratto.
Mangia l'erba, per ricordare l’esodo dall’Egitto degli ebrei nell'Antico Testamento, con tutta la ritualità ancora viva al tempo di Gesù. Dio prendeva su di Sé tutte le amarezze, tutti i peccati del mondo; essi sacrificavano un agnello fisicamente
perfetto, lo mangiavano con i sandali ai piedi e i fianchi cinti, con pane azzimo e erbe amare: "Ecco l'Agnello di Dio, che toglie i peccati del mondo". La grotta è lurida. Va ripulita perché scavando nel suo fondo vi è il bene prezioso della grazia: "Andate a bere e a lavarvi".
Con lo sforzo ascetico e perseverante dello scavo, con l’obbedienza alle indicazioni della Madonna, subendo l’incomprensione e la derisione di un mondo che non capisce le cose del Cielo, è possibile fare emergere l’acqua limpida e trasparente della grazia, quella ricevuta nel battesimo ma anche quella derivante dalla dignità di creatura intelligente di Dio. Durante la tredicesima apparizione Maria si rivolge a Bernadette dicendo: "Andate a dire ai preti di costruire qui una cappella e di venire qui in processione".
Venire in processione significa vivere il dinamismo della fede, soffrendo, combattendo e crescendo; sempre a fianco dei nostri fratelli. La "cappella" è la Chiesa, il corpo mistico diCristo, di cui Egli è il capo e noi le membra.
Essa va costruita con i sacerdoti che ci trasmettono la fede e ci donano la grazia dei sacramenti.
Il Suo nome
Il 25 marzo, giorno dell’Annunciazione dell’Angelo, Bernadette chiede per tre volte ad “Aquéro” (quella là, come la chiamava la veggente) di dire il suo nome e la Signora infine risponde in dialetto: "Quesoy era Immaculada Counceptiou".
L'Immacolata Concezione, è Maria, concepita senza peccato per i meriti della redenzione di Cristo, ma è anche il segno, il modello, il sogno da imitare per l'uomo.
L'8 dicembre 1854 il Beato Pio IX aveva promulgato il dogma nella Basilica di S. Pietro alla presenza di 53 cardinali, 142 arcivescovi e vescovi ed un immenso popolo di Dio. La Madonna venne a confermare di essere stata concepita senza peccato originale; ma andò anche aldilà di esso spingendo la mariologia a nuovi
traguardi come ben intuì san Massimiliano; traguardi che la Chiesa dovrà esplorare e raggiungere col suo magistero per conoscere meglio Colei di cui “non si dirà mai abbastanza”. San Massimiliano constata che "è il nome che La definisce in modo essenziale" (SK 1319), "non soltanto Concepita senza peccato, ma anzi la stessa "Immacolata Concezione": così come altro è un oggetto bianco e altro la sua bianchezza, altro è un oggetto perfetto e altro la sua perfezione" (SK 1224).
Non soltanto un privilegio, non qualcosa di accidentale, ma è la Sua stessa natura; Ella nella creazione è l'unica Concezione Immacolata.
Ma in quel nome vi è anche una forza, simbolica e mistica, che si oppone a tutti gli errori con i quali l’inferno ha ingannato e continua ad ingannare l’uomo: le utopie ideologiche fondate sulla negazione del peccato originale, la più grande catastrofe di tutti i tempi, e l’indispensabilità della grazia divina per la salvezza. Così scrisse il beato Pio IX nella bolla Ineffabilis Deus con cui promulgò il dogma dell’Immacolata Concezione: “Riaffermiamo la Nostra speranza in colei che ha sempre distrutto tutte le eresie, ha salvato i popoli fedeli da gravissimi mali di ogni genere, e ha liberato Noi stessi da tanti pericoli, che ci sovrastano.
Noi confidiamo che ella voglia, con la sua validissima protezione, fare sì che la nostra santa madre, la Chiesa cattolica, superate tutte le difficoltà e sconfitti tutti gli errori, prosperi e fiorisca ogni giorno più presso tutti i popoli e in tutti i luoghi, dal mare al mare, e dal fiume sino ai confini della terra, e abbia pace, tranquillità e libertà completa».
Il giudizio della Chiesa
Mons. Bertrand-Sévère Laurence, Vescovo di Tarbes, istituì una commissione di inchiesta sui fatti di Lourdes che lavorò per quattro anni e, al termine dei lavori di essa, così espresse il suo giudizio il 18 gennaio 1862: “Crediamo che l'Immacolata Maria, Madre di Dio, è veramente apparsa a Bernadette Soubirous, l'11 febbraio 1858 e i giorni seguenti, per diciotto volte alla Grotta di Massabielle, vicino alla città di Lourdes; crediamo che questa apparizione rivesta tutte le caratteristiche della verità e che i fedeli possano crederci con certezza.” Lourdes divenne subito il più celebre dei santuari mariani. Un ufficio speciale, le Bureau Médical, composto attualmente da una trentina di medici, credenti ed agnostici, fu incaricato di vagliare scientificamente le guarigioni che iniziarono a verificarsi da subito.
Sui circa 7500 casi di guarigione senza spiegazione umana, "soltanto" 70, dopo attenta analisi svolta dal Bureau, sono stati riconosciuti dalla Chiesa quali miracoli; ancora più numerose sono le conversioni.
NOSTRA SIGNORA DI BEAURAING (1932-1933)
La prima guerra mondiale è finita da alcuni anni, ed in molti paesi europei il totalitarismo e la crisi economica avanzano. Il 29 novembre, a Beauring, un umile villaggio del sud del Belgio, la Vergine Maria appare ai giovani adolescenti Andréee Gilberte Degeimbre, Fernande, Albert e GilberteVoisin. Le sorelle Degeimbre sono figlie di Germaine, una donna forte e pratica che ha saputo provvedere da sola al sostentamento della famiglia, mentre gli altri tre sono figli di Hector e Marie LooseVoison, negozianti, molto impegnati nel Partito socialista, che avevano abbandonato la fede cattolica.
Erano circa le ore 18; i ragazzi erano in cammino verso l’istituto delle Suore della Dottrina Cristiana, per andare a prendere Gilberte. Giunti davanti alla porta della scuola, Albert si voltò e vide una figura di donna molto luminosa, con le mani giunte. Esclamò: «Guardate, la Vergine, vestita di bianco, sta camminando sul ponte». Intanto era sopraggiunta anche Gilberte e tutti e cinque, dopo aver visto quell’immagine, nella quale riconobbero la Madonna, scapparono impauriti.
Da qui ebbe inizio una serie di apparizioni che, pur essendo molto semplici, incontrano molta contrarietà negli adulti, persino nel sacerdote del paese.
I ragazzi furono screditati dalla stampa socialista, dagli ambienti anti-cattolici e dai loro stessi genitori. Tuttavia, dopo ogni apparizione, la chiesa si riempiva di partecipanti alla Messa. Le madri dei veggenti richiesero una Messa speciale in onore di Nostra Signora, per chiedere a Dio discernimento sulle apparizioni.
Issarono per l’8 dicembre, festa dell’Immacolata Concezione e quel giorno Marie Louise Voison ricevette l’Eucarestia per la prima volta dopo dieci anni e, poco dopo, anche il marito fece altrettanto. Dopo il primo giorno, i ragazzi si recarono tutte le sere sul luogo dell'apparizione, ma la Madonna non apparve quotidianamente. In tutto vi furono 33 apparizioni, l’ultima delle quali avvenne il 3 gennaio 1933.
Quando la Madonna appariva, era vestita con una tunica bianca, e spesso dal capo emanava dei raggi luminosi. Il 29 dicembre si mostrò con il cuore che brillava, come se fosse d'oro, perciò fu chiamata “Nostra Signora del cuore d'oro".
Il 2 dicembre la Madonna disse ai ragazzi di "Essere molto buoni", il 17 chiese la costruzione di una cappella e il 21 apparve a Fernande, la sorella più grande di Albert, e si presentò dicendole di essere “l’immacolata Concezione, la Madre di Dio, la Regina del Paradiso“; il 23 spiegò la ragione della sua apparizione: "Affinché tutti vengano in pellegrinaggio qui"; il 30 dicembre chiese "Pregate, pregate molto".
L’ 1 gennaio 1933 disse "Pregate sempre"; il 3 gennaio, data dell'ultima apparizione, dopo aver rivelato un segreto ai tre ragazzi più giovani, promise: "Io convertirò i peccatori", e chiese ai veggenti: "Amate mio Figlio? Amate me?… Allora, sacrificatevi per me"; e si congedò.
Al termine delle apparizioni gli abitanti di Beauraing cominciarono una novena, chiedendo all’Immacolata un segno. La sera prima che finisse la novena, il 15 gennaio del 1933, Mariette Becò, mentre era a casa ad accudire un fratello neonato, vide in giardino, una “Signora fatta di luce”, con le mani giunte, vestita di bianco, un nastro azzurro alla vita, la corona del rosario in mano e una rosa d’oro poggiata sul piede destro. L’Immacolata dava il segno richiesto iniziando le apparizioni di Banneux, 87 km distante da Beauring. Pochi anni dopo le apparizioni di Beauraing, riconosciute ufficialmente il 2 luglio 1949, dal vescovo di Namur, mons. Charue, scoppiò la seconda guerra mondiale e Hitler invase il Belgio. Il Santuario della Vergine divenne così un luogo di speranza per i belgi che si ricordarono le parole della Vergine: l’amore per Cristo richiede sacrificio. Nell’apparizione del Belgio, come a Fatima, ritorna la richiesta di sacrificio come offerta d’amore.
In questo tempo in cui abbiamo allontanato la dimensione del sacrificio e perso il desiderio di fare la volontà di Dio attraverso l’umiltà e l’accettazione di mortificazioni e rinunce, è urgente più che mai fare nostro questo invito, di fronte alle piccole e grandi sofferenze del nostro tempo, da quelle personali a quelle universali.
Il 18 maggio 1985 Giovanni Paolo II si recò a Beauraing, dove pregò dinanzi alla statua della "Vergine dal cuore d'oro"e incontrò Gilberte e Albert Voisin e GilberteDegeimbre.
LA VERGINE DEI POVERI A
BANNEUX NOTRE DAME (1933)
Il luogo
Banneux è un piccolo villaggio del comune di Louveignè, sull'altopiano delle Ardenne in Belgio. E’ un luogo fresco, ricco di grandi boschi di abeti che si estendono su tutta la parte orientale del Belgio di lingua francese, venticinque
chilometri a sud di Liegi; una località sperduta, dimenticata dal mondo, il cui nome significa “banale”, che al tempo delle apparizioni contava 325 abitanti.
Il nome di Notre Dame fu aggiunto nel 1914 dagli abitanti che invocavano la protezione della Madonna contro la temuta invasione dell’esercito tedesco, che, all’inizio della prima guerra mondiale, voleva aggirare quello francese passando dal Belgio.
E mentre i comuni vicini erano invasi e saccheggiati (con 27 civili fucilati), gli abitanti del luogo, terrorizzati, che avevano fatto voto di aggiungere l’appellativo mariano, furono risparmiati. La località in cui viveva la famiglia della veggente era a sua volta una frazione di Banneux chiamata Le Fange, (il Fango); insomma un contesto umile e povero quanto la stessa porcilaia di Lourdes. La Madonna ha dei criteri di scelta sui luoghi delle Sue manifestazioni quantomeno “originali”.
La famiglia della veggente
In una casa piccola, isolata e povera di questo desolato contesto viveva la famiglia Beco—Wegimont. Il padre è un minatore, e la sua sposa Louise gli darà 11 figli. Mariette, la primogenita, era nata il giorno dell’Annunciazione del 1921; era anche il venerdì santo. In quella miseria abissale, dopo pur si accoglieva la vita, poca era l’attenzione alla religione e la povera Mariette dava aiuto in casa trascurando formazione scolastica e catechistica. Il padre, Julien Beco, quando sa delle apparizioni, non le crede. Disoccupato da diverso tempo, con tante bocche da sfamare, era in aperta rotta con Dio e il crocifisso in casa era stato coperto da un drappo.
La veggente
Di Mariette Becò poco si può dire. Condusse una vita normalissima e riservatissima, evitando interviste e pubblici contatti e diceva di sé: “Non sono stata altro che un postino al quale la Vergine ha consegnato un messaggio.
Non avevo altro incarico che consegnare il messaggio. Ciò fatto il mio mandato si è concluso. Ho detto ciò che dovevo dire. “Calunniata, tentarono anche di corromperla con tanto denaro affinché ritrattasse le sue dichiarazioni. Infermiera, operaia, ristoratrice, si sposò, ebbe tre figli, e due le vide morire prima di lei. Spirò a 90 anni, il 2 dicembre
2011. Perché ancora una volta la Madonna sceglie persone umili e ignoranti? “Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli” (Mt 11,25).
Le apparizioni
Erano appena terminate le apparizioni della Madonna a cinque fanciulli a Beauring, in Belgio, e gli abitanti cominciarono una novena, chiedendo all’Immacolata un
segno a conferma delle apparizioni. La novena finiva il 16 gennaio del 1933.
La sera prima, il 15 gennaio, Mariette Becò, mentre era a casa ad accudire un fratello neonato, vide in giardino, una “Signora fatta di luce”, con le mani giunte, vestita di bianco, un nastro azzurro alla vita, e la corona del rosario in mano; aveva inoltre una rosa d’oro poggiata sul piede destro.
Pochi giorni prima per strada Mariette aveva trovato una corona e ritenne normale associarsi alla preghiera e accennare a uscire per come la ”Bella Signora" l'invitava a fare; ma la madre spaventata glielo impedì. Tre giorni dopo però, la bambina rivide la ”Signora", e la seguì fino a una polla d’acqua, dove si sentì dire: ”Questa sorgente è riservata a me”.
L’indomani finalmente la ”Signora" si presentò col titolo di "Vergine dei Poveri”, affermando che la sorgente è "per tutte le nazioni.... per i malati per dar loro sollievo”, e assicurando
le sue preghiere per Mariette. Il 20 gennaio la Madonna chiese la”costruzione di una piccola cappella”. Da quel giorno la ragazzina, puntuale e raggelata dall’inverno rigido di quei luoghi, recitando il rosario, si presentava ad attendere la Madonna: gli stessi giorni in cui Hitler diventava cancelliere della Germania.
La costanza di Mariette fu premiata l’11 febbraio, giorno della prima apparizione a Lourdes, e la Madonna disse: "Io vengo ad addolcire la sofferenza".
Il 15 febbraio Mariette, dietro suggerimento del cappellano dubbioso, chiese un segno ma la Madonna rispose: "Credete in me, io crederò in Voi.”
Il successivo 20 febbraio, la Vergine le disse: "Mia cara bambina, pregate molto”. Il 2 marzo pioggia a catinelle, come a Fatima il 13 ottobre del 1917; il cielo di colpo si fece sereno e la Madonna apparve per l’ultima
volta, con una grave espressione in viso: "Io sono la Madre del Salvatore, la Madre di Dio. Pregate molto”; benedisse Mariette con un segno di croce e la salutò, stavolta
con un addio. Si avvicinava intanto la seconda guerra mondiale preannunciata dalla Madonna a Fatima e il volto di Maria come in Portogallo si era fatto estremamente serio. 8 apparizioni per un messaggio semplice ma fondamentale!
Il riconoscimento ecclesiastico ed il messaggio
Mons. Kerkhofs, vescovo di Liegi, fu espressamente incaricato dalla Santa Sede nel 1942 di studiare il caso e così si espresse nella lettera pastorale del 22 agosto 1949: " in coscienza crediamo di poter e dovere riconoscere –senza riserva alcuna- la realtà delle otto apparizioni della Santa Vergine a Mariette Béco …
Nei riguardi di Mariette la Madonna è di una bontà veramente squisita; gesti, parole, atteggiamenti, tutto in Lei è soavemente e squisitamentè materno.
Le appare con molta dolcezza per non spaventarla, le sorride continuamente, la benedice, la chiama "bambina mia cara”. Usa con lei frasi semplici e disadorne per non confondere la sua intelligenza; non si congeda mai da lei senza dirle: "Buona sera, arrivederci”, a questo proposito ricordiamo S. Paolo che dice:…"Dio parla con i semplici e gli umili per confondere i forti” (1° lettera ai Corinzi)....Ed essendo evidenti le somiglianze con le apparizioni di Lourdes, continua:”La Madonna a Lourdes aveva aperto la sorgente, ma a Banneux si era degnata di allargarla ed estenderla a tutte le nazioni...
Quella sorgente simboleggia il Salvatore Divino al quale Maria conduce: a Gesù attraverso Maria. L'azione di Maria che inizialmente si esplica come ”maternità" si attua poi e si completa come “mediazione”. Ben tre suoi successori alla guida della diocesi ritennero opportuno ribadire tale riconoscimento.
San Giovanni Paolo II, il 21 maggio 1985, pellegrino a Banneux disse nell’omelia: “Sono più di cinquant’anni che non solo gli ammalati, ma l’immenso popolo dei poveri — ci sono tanti modi
d’essere poveri — si sente a casa propria a Banneux.
Vengono a cercare qui conforto, coraggio, speranza, l’unione con Dio nella loro prova. Vengono a lodare e a invocare qui la Vergine Maria, sotto l’appellativo particolare e bellissimo di nostra Signora dei poveri. Sono a ragione convinti che una tale devozione corrisponda al Vangelo e alla fede della Chiesa: se Cristo ha definito la sua missione come l’annuncio della buona novella ai poveri, come potrebbe sua Madre non essere accogliente verso i poveri?”
Un’apparizione rivolta quindi ai poveri di ogni tipo, sostenuta da un messaggio semplice e fondamentale: la preghiera, particolarmente il santo Rosario e la fiducia nel Suo amore materno.
Vi è espressamente una particolare attenzione a chi soffre per malattia o per indigenza. Certamente in sé stessa la sofferenza è un male ma Gesù, nella sua vita terrena “si è avvicinato incessantemente al mondo dell’umana sofferenza.
. . Egli guariva gli ammalati, consolava gli afflitti, nutriva gli affamati, liberava gli uomini dalla sordità, dalla cecità, dalla lebbra, dal demonio e da diverse minorazioni fsiche... era sensibile a ogni umana sofferenza, sia a quella del corpo che a quella dell’anima” (San Giovanni Paolo II, Salvifici doloris, 16). E continuava il Papa nella sua omelia: “Ma, allo stesso tempo, con le sue beatitudini, e soprattutto con la sua stessa passione, rivelava che il male della sofferenza nasconde un bene: il bene della redenzione che riscatta dal male più profondo, cioè dal peccato, dalla lontananza da Dio; il bene della salvezza, della vita stessa di Dio. E così,
nell’afflizione e nella debolezza sono celate la consolazione e la benedizione.
Questo linguaggio è senza dubbio difficile, forse anche sorprendente, per coloro che non accolgono nella fede il messaggio e la testimonianza della vita di Gesù.
Ma Gesù Cristo parla proprio di “beatitudine” nella sofferenza.” E tale verità il santo pontefice la testimoniò in tutta sua vita; con crescente evidenza man mano che si avvicinava alla fine.
Tante sono state le guarigioni avvenute successivamente; una è degna di particolare menzione per la sua straordinarietà. La Signora Goethals di Anversa, in un incidente d’auto, aveva subito lesioni gravissime e il suo volto era stato profondamente deturpato; aveva inoltre perso l’udito e la capacità di ingerire cibi solidi. In pellegrinaggio a Banneux bevve l’acqua della sorgente e guarì in pochi minuti: riacquistò l’udito, riprese a mangiare normalmente e la deformazione facciale scomparve.
(Invocazioni recitate ogni sera presso la sorgente) O Vergine dei poveri: portaci a Gesù, sorgente di grazie. Salva le Nazioni e conforta gli ammalati. Allevia la sofferenza e prega per ciascuno di noi. Noi crediamo in te e Tu credi in noi. Noi pregheremo molto e Tu benedici tutti noi Madre del Salvatore, Madre di Dio: grazie!
LA VERGINE DELLA RIVELAZIONE ALLE TRE FONTANE (1947)
12 aprile 1947, è primavera, la natura sembra risvegliarsi dopo gli orrori della guerra, e Bruno Cornacchiola, tranviere romano di 34 anni, insieme ai suoi figli, Isola, Carlo e Gianfranco, perduto il treno per il Lido di Ostia, decide di dirigersi sulla Via Laurentina alle Tre Fontane. Bruno cerca un luogo tranquillo per preparare il discorso contro i dogmi mariani, che dovrà pronunciare il giorno seguente.
E’ l’occasione per diventare pastore avventista e riscattarsi da un passato trascorso nella miseria e nell’ignoranza.
Egli è diventato acerrimo nemico della Chiesa Cattolica in Spagna durante la guerra civile (1936-1939) dove, militante comunista qual era, andò volontario per sabotare le truppe italiane. Per opera di un militare tedesco luterano ritorna protestante e compra un pugnale per uccidere il Papa. Tornato in patria, impone alla moglie Iolanda di seguirlo nel protestantesimo. La donna, pur continuamente maltrattata dal marito violento e adultero, gli chiede di praticare prima la devozione dei primi nove venerdì del mese. Bruno acconsente, ma, scaduto il termine, non ha cambiato idea e i due diventano avventisti. Bruno siede sotto un eucalipto, sfoglia la Bibbia e comincia a prendere appunti, mentre i figli giocano a palla nella radura, ove si scorge una grotta, scavata nel tufo, buia e maleodorante; sta scrivendo, quando le voci dei figli, lo interrompono: “Papà, la palla si è persa!”. Inizia la ricerca, ma i suoi figli cadono in ginocchio unodopo l’altro davanti alla grotta buia e con le mani giunte ripetono: “Bella Signora, Bella Signora”.
Bruno non riesce a sollevarli e spaventato esclama: “Dio salvaci tu!”.
Un velo cade dai suoi occhi e anche lui vede la “Bella Signora”, poggiata a piedi nudi su un blocco di tufo. Ella ha lo sguardo triste ma benevolo, i capelli neri ricoperti da un lungo manto verde; la veste candida è cinta ai fianchi da una fascia rosa.
Parla a Bruno con voce soave: “Sono la Vergine della Rivelazione. Tu mi perseguiti, ora basta. Rientra nell’Ovile Santo”.
Il celeste colloquio dura circa un’ora e racchiude un messaggio da consegnare personalmente al Papa. La Madre di Dio nella mano destra stringe un libro color cenere: è la Sacra Scrittura, e con la sinistra indica una talare sacerdotale per terra, vicino ad una croce frantumata. La visione si dilegua lentamente, mentre un dolce profumo pervade la grotta di solito maleodorante. La Vergine impartisce un ordine a Bruno; egli deve cercare un sacerdote che alla domanda: “Padre, io le devo parlare”, risponda: “Ave Maria figliolo, che cosa vuoi?”. Ciò per indicare al veggente e a tutti che il ritorno a Dio inizia tramite il sacerdote, primo anello tra terra e cielo. Bruno, dal 12 al 28 aprile cerca disperatamente il prete designato, pregando anche di notte e supplicando la Bella Signora di aiutarlo. Disperato, si reca nella sua parrocchia e in sacrestia, nascondendosi per non farsi riconoscere, tira per l’orlo della cotta un sacerdote, dicendo: “Padre, dovrei parlarle”. Don Frosi risponde: “Ave Maria figliolo, che cosa vuoi?”.
Don Frosi gli indica un altro confratello, Don Gilberto Carniel, che si occuperà della formazione religiosa di Bruno e della moglie fino all’abiura, avvenuta il 7 maggio 1947, giorno in cui la famiglia Cornacchiola rientra nella Chiesa Cattolica.
Il 9 dicembre 1949, alla fine del Santo Rosario recitato dai tranvieri romani nella sua cappella privata, il venerabile Pio XII chiede: “Qualcuno di voi vuol parlarmi?”.
Si fa avanti Bruno, che in ginocchio chiede perdono per avere avuto l’intenzione di ucciderlo; gli consegna la Bibbia protestante e il pugnale sul manico del quale aveva scritto: “A morte il Papa”. Questi risponde sorridendo: “Caro figlio, con ciò non avresti fatto altro che dare un nuovo martire alla Chiesa”. Bruno diverrà un apostolo della causa dell’Immacolata fino alla fine (+2001) fra incomprensioni e sofferenze, sempre fedele alla Bella Signora, e la grotta divenne luogo di guarigioni e conversioni straordinarie, attestate dalle molteplici lapidi ivi poste a ricordo.
Tutti i messaggi ricevuti da Bruno furono inviati in Vaticano e una copia rimase al veggente. Alla sua morte, il giornalista Saverio Gaeta vi ebbe accesso, e trovò sogni e visioni che anticipavano drammatici eventi dell’ultimo secolo: la tragedia di Superga (1949), l’elezione di Paolo VI (1963), la guerra dell’Yom Kippur (1973), l’assassinio di Aldo Moro (1978), il ferimento di san Giovanni Paolo II (1981), l’esplosione del reattore di Chernobyl (1986), l’attentato alla basilica di San Giovanni in Laterano (1993), l’attentato alle Torri Gemelle (2001).
Il Messaggio della Vergine della Rivelazione alle Tre Fontane
"Sono Colei che sono nella Trinità divina. Sono la Vergine della Rivelazione.
La Rivelazione è la Parola di Dio, questa rivelazione parla di me. Tu mi perseguiti; ora basta! Torna nell'Ovile Santo, Corte Celeste in terra. Ubbidisci alla Chiesa, ubbidisci all'Autorità. Ubbidisci, e lascia subito questa via che tu hai intrapreso e cammina nella Chiesa che è la Verità e allora troverai pace e salvezza. Fuori della Chiesa, fondata da mio Figlio, c'è buio, c'è perdizione. Tornate, tornate alla fonte pura dell'Evangelo, che è la vera via della Fede e della santificazione, che è la via della conversione ... il giuramento di un Dio è e rimane eterno e immutabile.
I nove venerdì del Sacro Cuore, che la tua fedele sposa ti fece fare prima di entrare nella via della menzogna, ti hanno salvato... Il mio Corpo non marcì, né poteva marcire. Mio Figlio e gli Angeli mi vennero a prendere al momento del mio trapasso [ndr La Vergine della Rivelazione anticipava così la definizione del dogma dell’Assunzione, che Pio XII proclamerà l’ 1.11.1950]. Si preghi assai e si reciti il Rosario quotidiano per la conversione dei peccatori, degli increduli e per l'unita dei Cristiani. Recitate il Rosario! Perché le Ave Maria che voi dite con Fede e Amore sono tante frecce d'oro che raggiungono il Cuore di Gesù. Pregate perché sia fatta l'unita di tutti i cristiani nella Chiesa fondata da mio Figlio, e si formi un solo Ovile e un solo Pastore, con la Santità del Padre (il Papa).
Io sono la calamita della Trinità Divina, che attira le anime alla salvezza. Il male organizzato aumenterà nel mondo e negli eremi e nei conventi entrerà il carname del mondo. Siate fedeli ai Tre Punti Bianchi e troverete la salvezza nell'umiltà, nella pazienza, nella verità: l'Eucaristia, l'Immacolata, cioè nei dogmi che la chiesa ha stabilito nei miei riguardi, e la Santità del Padre, Pietro, il Papa. La Chiesa sarà lasciata vedova per le persecuzioni …
Molti dei miei figli Sacerdoti si spoglieranno nello spirito, internamente, e nel corpo, esternamente, cioè gettando i segni esterni sacerdotali. Le eresie aumenteranno. Gli errori entreranno nel cuore dei figli della Chiesa.
Vi saranno confusioni spirituali, vi saranno confusioni dottrinali, vi saranno scandali, vi saranno lotte nella stessa Chiesa, interne ed esterne. Pregate e fate penitenza. Amatevi e perdonatevi… ci saranno contestazioni, violenze, le mode prenderanno lo spirito dell'umanità, l'impurità aumenterà nelle sue varie forme, l'indifferenza nelle cose sante prenderà piede e avanzerà nella Chiesa di mio Figlio … Prometto un favore grande, speciale: Io convertirò i più ostinati con miracoli che opererò con questa terra di peccato [ndr il luogo dell'apparizione, lercio e maleodorante, dove erano abbandonati i feti abortiti dalle prostitute]... Prima che la Russia si converta e lasci la via dell’ateismo, si scatenerà una tremenda e grave persecuzione.
Pregate, si può fermare. Allontanatevi dalle false cose del mondo, vani spettacoli, stampe e oscenità. Satana è sciolto per un periodo di tempo e accenderà tra gli uomini il fuoco della protesta ...
Venite al Cuore di Gesù… venite al Cuore di una Madre, e sarete consolati e sarete alleggeriti dalle vostre pene. Peccatori tutti, venite! Consacratevi al Cuore immacolato di una Madre, senza dubitare di essere soccorsi; chi può lamentarsi d’essere stato scacciato da me, se si è consacrato al mio Cuore? …Preparate i vostri cuori, accostatevi con più fervore al sacramento vivente fra voi, l’Eucarestia, che sarà un giorno dissacrata e non più creduta la presenza reale di mio figlio.
Accostatevi al Cuore di Gesù, mio Figlio, consacratevi al Cuore d’una Madre che sanguina…Ecco l’arma del nemico, rifletteteci sopra:
1. bestemmie
2. peccati della carne
3. oscenità
4. fame,
5. malattie
6. morte
7. stordimenti operati dalla scienza, e qualunque altro mezzo dalla loro parte, e altre cose che vedrete, vi colpiranno i vostri sensi puri della fede. Ecco le armi che vi faranno forti e vittoriosi: 1. fede 2. fortezza 3. amore 4. serietà 5. costanza nelle cose buone 6. evangelo 7. mansuetudine 8. verità 9. purità 10. onestà 11. pazienza 12. sopportando ogni cosa, lontano dal mondo e dai suoi accoliti velenosi”.
Le apparizioni di Tre Fontane furono lì preannunciate esattamente dieci anni prima a Luigina Sinapi (+1978), che nel 1937 ebbe un’apparizione della Madonna: “Io ritornerò in questo luogo per convertire un uomo che oggi lotta acerbamente contro la Chiesa di Cristo e vuole assassinare il Santo Padre… Va' adesso nella basilica di San Pietro: troverai una signora, così vestita […]che ti farà conoscere suo fratello che è un cardinale… Dovrai dire al cardinale che diventerà presto il nuovo papa.” La giovane incontrò la marchesa Pacelli, sorella dell'allora cardinale Eugenio, al quale Luigina riferì il messaggio.
Neanche due anni dopo quel cardinale divenne Pio XII, e dando immediatamente credito alle apparizioni delle Tre Fontane, benedisse una statua della Madre di Dio, che accompagnata da 100.000 persone dopo una lunga processione, fu posta nella grotta. L’assistenza della grotta e della cappella furono affidate ai frati minori conventuali.
LA MADONNA DELLE LACRIME DI SIRACUSA (1953)
Il fatto
Nella casa povera di appena due stanze, in via degli Orti di San Giorgio 11 in un quartiere di Siracusa vivevano Angelo Iannuso e Antonina Lucia Giusti, insieme con una coppia di cognati. Sposati il 21 marzo del 1953 erano in attesa del loro primo figlio ma Antonina soffriva di tossicosi gravidica, che le procurava periodici abbassamenti della vista e che in taluni casi, soprattutto a quei tempi, poteva condurre la madre alla morte.
Il 29 agosto alle ore 3, quel disturbo la rese completamente cieca.
Grande fu la sofferenza e ancor più lo scoraggiamento, finché verso le 8,30 del mattino, la vista tornò improvvisamente e Antonina vide grosse lacrime scendere sul viso del quadretto della Madonnina posto a capezzale nella parete.
Era un mezzo busto di gesso smaltato verniciato a colori, unito a una lastra di vetro nero e rappresentava il Cuore
Immacolato di Maria. Niente di prezioso o di gran valore artistico; era il regalo di nozze della cognata comprato per 2.500 lire. Antonina grida, chiama la cognata e la notizia si sparge velocemente in tutta Siracusa e da lì nel mondo.
La lacrimazione si protrasse più volte fino al 1° settembre, attirando subito una moltitudine di persone che vide il fenomeno; alcuni poterono asciugare le lacrime e i più sfrontati arrivarono ad assaggiarne la salsedine.
Il 30 agosto fu necessario appendere il quadretto all’esterno dell’abitazione, in alto, per la ressa che si era creata, e un cineamatore immortalò il prodigio in 300 fotogrammi. Fu immediato l’intervento delle forze di polizia e già il 1° Settembre, una Commissione di medici e di analisti del Laboratorio di Igiene e Profilassi della Provincia, incaricata dalla Curia Arcivescovile, dopo aver asciugato il volto della Madonna, vide ripetersi il fenomeno e prelevò più di un centimetro cubo delle lacrime.
Da allora il quadretto smise di piangere. Il giudizio della scienza, dopo una serie di analisi di tutti i generi, fu: “Lacrime umane”. Entro il successivo mese di novembre avvennero circa 300 guarigioni, ritenute straordinarie dalla Commissione medica appositamente istituita. In particolare le guarigioni da tumore (anche allo stadio terminale), paralisi da trombosi celebrale e Antonina …. che non soffrì più per la tossicosi gravidica ed ebbe poi altri tre figli.
Tantissime le guarigioni spirituali, cioè le conversioni! Fra le più clamorose quella del presidente della Commissione che analizzò le lacrime, il dott. Michele Cassola, che si proclamava ateo.
Ma egli fu talmente onesto, che non negò mai l’evidenza della lacrimazione e sul letto di morte, stringendo al petto il reliquiario chiese un confessore, e disse: “Prima, vedevo davanti a me come una muraglia invalicabile. Ora quella muraglia, grazie al pianto della Madonna, è crollata”.
Il santuario ed il reliquiario
Il 19 settembre 1953, il quadro fu sistemato in una stele di pietra bianca in Piazza Euripide e vide accorrere negli anni milioni di fedeli, tanto che si rese necessaria la costruzione di un santuario adeguato, alto 103 metri, con la capienza di 11.000 posti in piedi e 6.000 a sedere, con 16 cappelle.
Esso accoglie circa un milione di pellegrini l’anno, provenienti da tutto il mondo e fu consacrato il 6 novembre 1994 da san Giovanni Paolo II, che dichiarò: “Le lacrime della Madonna appartengono all’ordine dei segni: esse testimoniano la presenza della Madre nella Chiesa e nel mondo. Piange una madre quando vede i suoi figli minacciati da qualche male, spirituale o fisico… Sono lacrime di dolore per quanti rifiutano l’amore di Dio, per le famiglie disgregate o in difficoltà, per la gioventù insidiata dalla civiltà dei consumi e spesso disorientata, per la violenza che tanto sangue ancora fa scorrere, per le incomprensioni e gli odi che scavano fossati profondi tra gli uomini e i popoli. Sono lacrime di preghiera: preghiera della Madre che dà forza a ogni altra preghiera, e si leva suppliche anche per quanti non pregano perché distratti da mille altri interessi, o perché ostinatamente chiusi al richiamo di Dio”.
Il reliquiario è a tre piani sovrapposti e alla base, vi sono le statuine di s. Lucia, patrona di Siracusa, s. Marziano, primo vescovo della città e quelle dei santi apostoli Pietro e Paolo.
Il riconoscimento della Chiesa
Il 12 dicembre 1953, l’episcopato siciliano unanimemente dichiarò autentica la lacrimazione. Il venerabile Pio XII, il 17 ottobre 1954, diffuse nel mondo un radiomessaggio: «... Ora, se tanto ardente e radicata è la devozione a Maria nel popolo di Sicilia, chi potrebbe meravigliarsi che Ella - secondo quanto ci è stato riferito dai vostri degnissimi Presuli - abbia scelto una vostra illustre città per dispensare in questi ultimi tempi segnalatissime grazie? ... Senza dubbio Maria è in cielo eternamente felice e non soffre nè dolore nè mestizia; ma Ella non vi rimane insensibile, che anzi nutre sempre amore e pietà per il misero genere umano cui fu data per Madre, allorché dolorosa e lacrimante sostava ai piedi della Croce, ove era affisso il Figliolo. Comprenderanno gli uomini l'arcano linguaggio di quelle lacrime? Oh, le lacrime di Maria! Erano sul Golgota lacrime di compatimento per il suo Gesù e di tristezza per i peccati del mondo. Piange Ella ancora per le rinnovate piaghe prodotte nel Corpo mistico di Gesù? O piange per tanti figli, nei quali l'errore e la colpa hanno spento la vita della grazia, e che gravemente offendono la maestà divina?
O sono lacrime di attesa per il ritardato ritorno di altri suoi figli, un dì fedeli, ed ora trascinati da falsi miraggi fra le schiere dei nemici di Dio?
A voi spetta il cooperare con l'esempio e con l'azione al ritorno dei profughi alla casa del Padre e di adoperarvi affinché si chiudano al più presto le brecce aperte dai nemici della religione nella vostra isola, fatta oggetto di cupido assedio.
Perciò non lasciate trascorrere questo giorno senza proclamare unanimamente, pubblicamente e solennemente che il popolo della Sicilia intende rimanere fedele a Cristo e alla Chiesa.
Da parte Nostra, non vorremmo terminare questa Nostra Esortazione, senza avervi indicato brevemente in che modo il popolo della Sicilia rinsalderà la sua fedeltà a Cristo. Curate primieramente l'istruzione religiosa in tutte le età e in tutti i ceti sociali, in particolare tra la gioventù.
Agli ammalianti sofismi degli avversari della Chiesa non vi è che da opporre la chiarezza della sua verità. Un popolo che non conosca quali siano i veri tesori, non saprà nè conservarli nè difenderli: si accorgerà dei perduti beni, quando ne sarà stato già depredato». Un messaggio rivolto ai siciliani ma valido per tutti. Lacrime, ma non di sangue come in altre manifestazioni.
Perchè?
E’ un “caso” che ciò sia avvenuto al capezzale di un letto nuziale, nel cuore di una famiglia che attendeva il primo figlio? La risposta la dà Enzo, il secondogenito:
“Quando Maria ha scelto di piangere nella nostra famiglia, è perché voleva la famiglia, il Suo messaggio doveva essere dato all’interno di una famiglia”.
Suor Lucia di Fatima scriverà successivamente al card. Caffarra: “Padre, verrà un momento in cui la battaglia decisiva tra il Regno di Cristo e Satana sarà sul matrimonio e sulla famiglia …non abbia paura- perché chiunque lavora per la santità del matrimonio e della famiglia sarà sempre combattuto e avversato in tutti modi, perché questo è il punto decisivo”.
Suor Lucia di Fatima aveva già detto: “La Vergine annunciò che avrebbe pianto in molte parti del mondo”. E come può non piangere vedendo che tanti suoi figli spirituali vivono in peccato grave e così corrono verso l’inferno? Il mariologo monfortano Stefano De Fiores scriveva nel 1978: “Maria piange per lanciare alla società, un ultimo monito a non rifiutare il regno di Dio e a non respingere ostinatamente i messaggi profetici dei suoi umili veggenti.
Il suo è un pianto estremamente serio, saturo di tristi presagi, un richiamo a non respingere gli inviti divini, onde non incorrere nella rovina”.
Chi si proclama devoti di Maria SS., suo cavaliere, come può restare insensibile a quelle lacrime?
Le parole del venerabile Pio XII non sono forse valide come allora e ancora più attuali? La famiglia è in dissoluzione, la vita è minacciata dall’aborto e dall’eutanasia, droga e alcol rovinano i nostri giovani.
Maria piange per ricordarci i mali dell’umanità infedele e peccatrice, ma anche per stimolarci a dare un ortecontributo alla preparazione del trionfo del Suo Cuore Immacolato.
Ci vogliono cristiani veri e integrali; direbbe san Luigi Grignion de Monfort, “santi così eccelsi da superare in santità la maggior parte degli altri santi, quanto i cedri del Libano sorpassano gli arbusti”. Bisogna offrire preghiere, azioni e sacrifici; meditare di più, amare di più, stringerci intorno alla Chiesa perseguitata, conoscerne meglio la dottrina, impegnarci nel lavoro, nella famiglia, nella parrocchia, nella società civile; testimoniare con coraggio e coerenza la nostra adesione a Gesù e a Maria.
Dobbiamo agire con Lei nella storia, unendo i nostri gusti, desideri, azioni, idee e preghiere alle Sue. Bisogna anzi che diveniamo “servo, figlio, schiavo, proprietà, strumenti docili (SK 1327)… per tutta la vita, per la morte e per l'eternità.
Essere suoi senza alcuna restrizione, irrevocabilmente, per sempre. E divenire Suoi sempre di più, in modo sempre più perfetto, farsi simili a Lei, unirsi a Lei, divenire in certo qual modo Lei stessa, affinché Ella prenda sempre più possesso della nostra anima, si impadronisca totalmente di essa, e in essa e per mezzo di essa Ella medesima”(SK 1211).
Con queste forti ed ispirate parole san Massimiliano Maria Kolbe, fondatore della M.I. invita alla consacrazione all'Immacolata.
MARIA ROSA MISTICA E MADRE DELLA CHIESA (1946-1966)
«Adesso possiamo guardare a quanto accaduto con la consapevolezza che siamo davanti a un dono prezioso fatto alla nostra diocesi e, aggiungerei, all’intera Chiesa universale», dichiara mons, Pierantonio Tremolada, vescovo di Brescia, il 9 luglio 2024.
Il prelato si riferisce alla lettera firmata dal prefetto del Dicastero per la dottrina della fede, cardinale Víctor Manuel Fernández, con cui si stabilisce che non vi è fra gli scritti e messaggi lasciati da «Pierina Gilli elementi che contraddicono direttamente l’insegnamento della Chiesa cattolica sulla fede e la morale.
Nei fatti collegati non si trovano neanche aspetti morali negativi né altre criticità».
Anzi, gli scritti della veggente «esprimono un’umile e completa fiducia nell’azione materna di Maria ed è per questo che non troviamo in lei atteggiamenti di vanagloria, di autosufficienza o di vanità, ma piuttosto la consapevolezza di essere stata gratuitamente benedetta dalla vicinanza della bella Signora, la mistica Rosa».
Tale lettera segue il dossier inviato dal presule, frutto d’oltre un anno d’indagini affidate a una commissione teologica internazionale. Dice mons. Alba, attuale rettore del santuario: “Nel giro di un anno si è compiuto lo studio con il Dicastero e il prefetto stesso ha voluto chiudere in tempi brevi … proprio perché sapevano che il 13 luglio ricorre la festa di Rosa Mistica, affinché questo atto avesse il suo compimento solenne, liturgico, proprio il 13 di luglio.”
Pierina Gilli
La veggente è figlia di contadini, nata nel 1911 (+1991), che ha lavorato come perpetua e come infermiera in un ospedale, distinguendosi per la semplicità, riservatezza e umiltà, di cui ha dato testimonianza per tutta la vita. I fenomeni mistici che la vedono protagonista avvengono in circa 50 anni della sua vita, e i messaggi da lei testimoniati sono attualmente da considerare una pura esperienza personale, riconducibili soprattutto a due archi di tempo: nel 1947, quando la Madonna sarebbe apparsa a Pierina presentandosi con i titoli di “Rosa Mistica” e di “Madre della Chiesa” (quasi un’anticipazione della definizione che avremo solo con concilio Vaticano II); e poi nel 1966 a Fontanelle, poco lontano, dove la Madonna le indica una sorgente come luogo di purificazione.
Tali esperienze non obbligano alcuno a credervi e a darvi l'assenso dell'intelletto e della fede, anche se dottrinalmente sicuri e dai positivi frutti spirituali. Se malintesi potessero insorgere, esse vanno comunque interpretate alla luce del costante magistero della Chiesa.
I messaggi
Apprendiamo dai Diari di Pierina, che il 24 novembre 1946, all’apice di una gravissima malattia, ella vide presentarsi una Signora bellissima, che indossava un abito viola e un velo bianco al capo, con un’espressione triste, il viso bagnato di
lacrime e tre spade che la trafiggevano al petto. In quell’occasione la Vergine chiese «preghiere, sacrifici e sofferenze per riparare i peccati di tre categorie di anime consacrate a Dio.
Primo: per le anime religiose che tradiscono la loro vocazione;
Secondo: per riparare il peccato mortale di queste anime;
Terzo: per riparare il tradimento dei sacerdoti che si rendono indegni del loro sacro ministero».
Pochi mesi dopo, nell’apparizione a Tre Fontane - Roma del 12.4.1947, la Madonna mostrerà a Bruno Cornacchiola una croce spezzata e una talare sacerdotale gettata a terra; e dirà: “Chiamatemi e fatemi chiamare Madre.
Io sono Madre del puro clero, Madre del santo clero, Madre del fedele clero, Madre dell’unito clero, Madre del vivente clero”.
Il 13 luglio 1947, 30° anniversario della rivelazione dei segreti ai pastorelli di Fatima, avviene la seconda apparizione. La Madonna indossa un vestito bianco, e sul petto non porta più le tre spade ma tre rose colorate: bianca, rossa e dorata. Alla richiesta della sua identità, Maria risponde di essere
la Madre di Gesù e di tutti. “Prometto a tutti coloro che più mi onoreranno, la mia protezione, fioritura di vocazioni, meno apostasie e sommo desiderio di santità dei ministri di Dio”, disse Maria riferendosi agli istituti religiosi, e chiese di istituire una giornata mariana il 13 di ogni mese.
E così spiegò le 3 rose: “Desidero che in ogni Congregazione e Istituto religioso ci siano anime che vivono con grande spirito di preghiera, per ottenere la grazia che nessuna vocazione venga tradita [rosa bianca] … Desidero pure che vi siano altre anime che vivano di generosità e amore ai sacrifici, alle prove, alle umiliazioni, per riparare le offese che riceve Nostro Signore dalle anime consacrate che vivono in peccato mortale [rosa rossa] … Desidero ancora che altre anime immolino completamente la loro vita per riparare i tradimenti che riceve Nostro Signore dai sacerdoti Giuda [rosa dorata]. … L’immolazione di queste anime otterrà dal mio materno Cuore la santificazione di questi Ministri di Dio e abbondanza di grazie sulle loro Congregazioni.”
La terza apparizione accadde nella cappella dell’ospedale, dove oltre a Pierina era presente anche il suo confessore. Stavolta Maria parlò di Gesù: “Egli è afflitto per le offese che riceve continuamente e vuole dare corso alla sua giustizia”.
Prima di andar via lanciò un invito alla Gilli: “Vivi d’amore.” Poi è la volta delle apparizioni nel Duomo di Montichiari. Nella terza, il 7 dicembre 1947, presenti numerosi sacerdoti e fedeli, la Madonna apparve con i santi Francesco e Giacinta
di Fatima e contestualizzò le apparizioni di Montichiari in un quadro più ampio: «Voglio mostrare il mio cuore immacolato, che dagli uomini è così poco conosciuto.
A Fatima volli propagare la devozione della consacrazione al mio cuore. A Bonate cercai di inculcare questa devozione nelle famiglie cristiane.
Qui a Montichiari desidero che la devozione a “rosa Mistica”, unita alla devozione del mio cuore venga approfondita e propagata negli istituti religiosi, affinché le anime dei religiosi possano attirare grazie più abbondanti dal mio cuore materno». Circa il simbolismo della rosa, mons. Rodolfo Galbiati, filologo, bibliotecario e biblista italiano, teologo di fama internazionale e docente universitario, studioso del fenomeno, fa notare come essa ben rappresenti la Chiesa, composta da molteplici membra ma tutte unite nel corpo mistico; tutti petali diversi ma concorrenti alla formazione dell’unico fiore.
Chi meglio della Madre della Chiesa può essere anche immagine della Chiesa stessa; delle sue membra ma anche del suo Capo? In tal senso il titolo di “Rosa Mistica”, ben si adatta alla Madre della Chiesa (cf. E. R. Galbiati, Maria Rosa Mistica Madre della Chiesa. Le apparizioni della Madonna a Fontanelle e Montichiari).
Il secondo ciclo di apparizioni culmina con la benedizione di una sorgente a Fontanelle, vicino a Montichiari, il 17 aprile 1966: "Il mio Divino Figlio Gesù è tutto amore. Mi ha inviato a rendere miracolosa questa sorgente“. Il 13 maggio 1966, anniversario della prima apparizione a Fatima, Maria disse a Pierina di chiamare la sorgente "Fonte della Grazia", invitando l'umanità alla preghiera, al sacrificio e alla penitenza per salvarsi dalla rovina, e a realizzare «opere di bene per gli ammalati».
Anche qui, come a Lourdes, c’è un richiamo e una valorizzazione dell’acqua e della vasca. L’acqua è la grazia, il contenitore è la Madre della grazia divina, Gesù stesso.
Nel corso di tante altre apparizioni la Madonna mostrò a Pierina la sua preoccupazione per i sacerdoti infedeli, per il tentativo infernale di farla misconoscere dagli uomini come madre, e per la lotta contro la Chiesa; in particolare di «tempi oscuri… di Ateismo… per l’affievolimento dell’amore verso il Signore e verso questa … Madre». Come contrastare tutto ciò? Rosario e generosa penitenza!
La posizione della Chiesa
La prima reazione di alcuni vescovi diocesani fu assolutamente contraria.
Fu vietato il culto e la diffusione dei messaggi, e fu negata l’origine soprannaturale delle apparizioni; fino al cambio di rotta, iniziato nel 2001 con mons. Giulio Sanguineti.
Una lunga osservazione di 23 anni si è ora conclusa con la decisione del dicastero vaticano.
Pur rimandando alla competenza del Papa il riconoscimento della soprannaturalità delle apparizioni in forza delle nuove norme, è stata apprezzata la bontà degli effetti pastorali, la rettitudine della veggente, e l’ortodossia dottrinale e morale dei messaggi.
I Frutti
Il decreto di mons. Tremolada del 2024, per il quale <Nihil obstat per apprezzare il valore pastorale e promuovere pure la diffusione di questa proposta spirituale anche mediante eventuali pellegrinaggi>, arriva dopo la positiva valutazione dei frutti di una devozione diffusa ormai nei cinque continenti; ovvero le tante conversioni, la preghiera in particolare per i consacrati, le consacrate e i sacerdoti, la nascita di nuove vocazioni religiose e la custodia di quelle esistenti.
E ancora, guarigioni fisiche e spirituali. “Soprattutto questo della maternità è uno dei frutti che incontriamo molto spesso in santuario. Oppure percorsi di liberazione da situazioni difficili legate a pratiche esoteriche o allo spiritismo, o ad altre forme di dipendenza”, dice mons. Alba, rettore del santuario, dove in molti si accostano al sacramento negletto della Riconciliazione; e questo oggi non è affatto da poco.
Il Santuario
Nel 1966 s’iniziò a costruire una chiesa, ma le opposizioni dei vescovi diocesani resero tutto più difficile. Nel 2019 mons. Tremolada elevò Fontanelle a santuario diocesano, e sta già ragionando sull’opportunità di un progetto più in grande.
LA SANTA MADRE DI AKITA (1973)
Siamo in Giappone, esattamente ad Akita diocesi di Niigata nel 1973 nel conventino delle “Serve della Sacra Eucarestia”. La novizia Agnese Sasagawa, nata prematura e di salute cagionevole, proveniente da famiglia buddista, è entrata in convento a 42 anni, completamente e inguaribilmente sorda, come attestano i registri conventuali.
Ciononostante il 12 giugno di quell’anno suor Agnese, sentì una voce e vide una nitida luce provenire dal tabernacolo. Non fu l’unica volta, e il 28 giugno, sulla mano sinistra le apparve una ferita a forma di croce, con relativa perdita di sangue.
Anche questo avvenne altre volte. Nella successiva festa del Sacro Cuore, vide l’altare gremito da angeli che cantavano il «Sanctus», come recita il canone della Messa.
Una prima chiara spiegazione di tali segni le giunse il 6 luglio, primo venerdì del mese, per mezzo del suo angelo custode: “Non avere paura, prega per i tuoi peccati, ma non solo, anche in riparazione per tutti gli uomini. Il mondo attuale ferisce il Santissimo Cuore di Gesù con la sua ingratitudine e i suoi oltraggi.
La ferita della mano della SS. Vergine Maria è molto più profonda della tua“.
Agnese si diresse al tabernacolo con l’angelo, in adorazione, e riscontrò poi nella statua della Vergine la ferita alla mano. E qui iniziano i messaggi: “Figlia mia, mia novizia, mi hai obbedito bene abbandonando tutto per seguirmi. È dolorosa l’infermità alle tue orecchie? La tua sordità sarà guarita, stanne certa.
La ferita alla tua mano ti fa soffrire? Prega in riparazione ai peccati degli uomini.
Ogni persona in questa comunità è la mia insostituibile figlia. Recitate bene la preghiera delle Serve dell’Eucarestia? Allora recitiamola insieme: Sacratissimo Cuore di Gesù, realmente presente nella Santa Eucarestia, io consacro il mio corpo e la mia anima per essere interamente uniti con il Tuo cuore che viene sacrificato in ogni istante in tutti gli altari del mondo, dando lode al Padre e invocando la venuta del Suo Regno.
Ti prego, ricevi l’umile offerta di me stessa. Usami come desideri per la gloria del Padre e per la salvezza delle anime. Santissima Madre di Dio, non farmi essere separata dal tuo Divino Figlio.
Ti prego, difendimi e proteggimi come tua figlia particolare. Amen”. E poi aggiunse: “Prega molto per il Papa, i vescovi e i preti…”.
Il 3 agosto 1973, primo venerdì del mese, un nuovo messaggio:
“Desidero, con Mio Figlio, anime che dovranno riparare, per mezzo della loro sofferenza e della loro povertà, per i peccatori e gli ingrati.
Affinché il mondo possa conoscere la Sua ira, il Padre Celeste si sta preparando a infliggere un grande Castigo su tutta l’umanità.
Con Mio Figlio sono intervenuta tante volte per placare l’ira del Padre.
Ho impedito l’arrivo di calamità offrendogli le sofferenze del Figlio sulla Croce, il Suo prezioso sangue e le anime dilette che Lo consolano formando una schiera di anime vittime. Preghiera, penitenza e sacrifici coraggiosi possono attenuare la collera del Padre.
Io desidero anche questo dalla vostra comunità … che ami la povertà, che si santifichi e preghi in riparazione per l’ingratitudine e le offese di tanti uomini.
Recitate la preghiera delle Serve dell’Eucarestia consapevoli del suo significato.
Mettetela in pratica; offrite in riparazione per i peccati tutto ciò che Dio può mandare. Fai in modo che tutte si sforzino, secondo le capacità e la posizione, di offrirsi interamente al Signore …”.
Il terzo messaggio è del 13 ottobre, anniversario dell’ultima apparizione di Fatima:
“… Come ti ho detto, se gli uomini non si pentiranno e non miglioreranno sè stessi, il Padre infliggerà un terribile castigo su tutta l’umanità. Sarà un castigo più grande del Diluvio, tale come non se n’è mai visto prima. Il fuoco cadrà dal cielo e spazzerà via una grande parte dell’umanità, i buoni come i cattivi, senza risparmiare
né preti né fedeli.
I sopravvissuti si troveranno così afflitti che invidieranno i morti. Le sole armi che vi resteranno sono il Rosario e il Segno lasciato da Mio Figlio.
Recitate ogni giorno le preghiere del Rosario. Con il Rosario pregate per il Papa, i vescovi e i preti. L’opera del diavolo s’insinuerà anche nella Chiesa in una maniera tale che si vedranno cardinali opporsi ad altri cardinali, vescovi contro vescovi. I sacerdoti che mi venerano saranno disprezzati e ostacolati dai loro confratelli… chiese ed altari saccheggiati; la Chiesa sarà piena di coloro che accettano compromessi e il Demonio spingerà molti sacerdoti e anime consacrate a lasciare il servizio del Signore.
Il demonio sarà implacabile specialmente contro le anime consacrate a Dio.
Il pensiero della perdita di tante anime è la causa della mia tristezza. Se i peccati aumenteranno in numero e gravità, non ci sarà perdono per loro…”.
Le lacrime della Madonna
L’autenticità di tali messaggi fu confermata dalle successive trasudazioni di lacrime e sangue della statua, iniziate il 4 gennaio 1975 e finite il 15 settembre 1981, per 101 volte.
Diverse centinaia furono i testimoni, compresa una troupe di Canale 12 di TV Tokyo, che filmò l’evento, e lo stesso Monsignor Ito, vescovo di Niigata, testimone oculare della lacrimazione.
Lacrime e sangue sono di natura umana come confermato dalle analisi del dipartimento di biochimica dell’Università di Akita e dalla facoltà di medicina legale.
La spiegazione dei fenomeni giunse ancora una volta per mezzo dell’angelo: «Non ti sorprendere di vedere la Madonna piangere. Una sola anima che si converte è preziosa al suo Cuore. Lei manifesta il suo dolore per ravvivare la vostra fede, sempre tanto inclinata a indebolirsi. Ora che avete visto le sue preziose lacrime, per consolarla parla con valore, estendi questa devozione per la sua gloria e quella di suo Figlio».
Il riconoscimento della Chiesa
Nel 1981 una donna coreana ottenne la guarigione immediata da un tumore al cervello in fase terminale, mentre pregava davanti alla statua.
Anche a seguito di ciò il 22.4.1984 Monsignore John Shojiro Ito, Vescovo diocesano, dopo lunga indagine, dichiarò che le apparizioni erano di origine soprannaturale, e autorizzò la venerazione della Santa Madre di Akita. Suor Agnese guarì dalla sordità nel maggio 1982, come la Madonna le aveva promesso, durante la benedizione con il Santissimo Sacramento nel giorno di Pentecoste.
Nel 1988 le rivelazioni della Madonna furono riconosciute conformi alla dottrina cattolica, dall’allora Cardinale Ratzinger, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, che disse: “Il messaggio di Akita è il messaggio di Fatima.”
In effetti, tante sono le analogie con le apparizioni portoghesi. La Madonna è preceduta dall’apparizione di un angelo. Essa lamenta lo stato spirituale del mondo e chiede anime oranti, che soprattutto recitino il S. Rosario, e serenamente accettino le sofferenze di cui è colma la vita, in spirito di riparazione dei molti peccati commessi nel nostro tempo.
Una particolare attenzione emerge per i vescovi, i preti e i religiosi, e per ottenere la pace al mondo.
Sono messaggi presenti in altre apparizioni che indicano con chiarezza la via da seguire per il bene degli uomini, della società e della Chiesa e che chiamano in causa ogni battezzato.
LA MADRE DEL VERBO A KIBEHO (1981-1989)
La cenerentola del mondo, il continente africano, ebbe le sue apparizioni a Kibeho, una città del Ruanda. Alphonsine Mumureke, il personaggio chiave da cui inizia la serie delle apparizioni, era una studentessa sedicenne, che frequentava un collegio delle suore Benebikira (Figlie della Vergine Maria) ed il 28 novembre del 1981 si sentì improvvisamente chiamare dal corridoio del refettorio: "Figlia mia”.
Si trovò dinnanzi una “una ragazza tra i 20 e i 30 anni, bellissima, più di quanto l’immaginario religioso avesse concepito fino ad allora”, vestita di bianco, con un velo bianco sulla testa e le mani giunte sul petto; il colore della sua pelle era difficile a definirsi. La ragazza chiese in lingua ruandese alla Signora chi fosse e si senti rispondere: "Sono la Madre del Verbo"; e lei, con molta semplicità, si presentò a sua volta: “E io sono Alphonsine".
La Madonna proseguì: "Nella tua vita cristiana, cosa è per te la cosa più importante? La veggente rispose: "Amo Dio e sua Madre che ha messo al mondo per noi il Redentore".
Riprese la Signora: "Se è così, io vengo a consolarti, perché ho ascoltato le tue preghiere.
Voglio che le tue compagne abbiano fede, perché non ne hanno abbastanza".
Le diede così una prima consegna: insegnare alle sue compagne a pregare, e ad intensificare la devozione a Lei.
La maggioranza delle sue compagne non le credevano e la prendevano in giro.
Nel 1982, il 12 gennaio, la Madonna, per come Alphonsine aveva chiesto per vincere lo scetticismo delle amiche, apparve alla diciassettenne Nathalie Mukamazimpaka, e il 2 marzo 1982 alla ventunenne Marie-Claire Mukangango, fiera oppositrice delle apparizioni fin dal loro inizio.
Saranno esse le tre veggenti alle cui visioni il vescovo di Gikongoro, Augustin Misago, nel cui territorio si trova Kibeho, darà il riconoscimento ecclesiale nel 2001.
In un’intervista all’agenzia Fides mons. Misago commentò così il messaggio delle apparizioni di Kibeho: “Adesso possiamo dire che c’è stata una predizione terribili, spaventose, cadaveri dai quali sgorgavano copiosi fiotti di sangue, abbandonati senza sepoltura sulle colline.
Nessuno sapeva che cosa significavano queste terribili immagini.
Ora si può fare una lettura degli avvenimenti e pensare che poteva essere una visione di quello che sarebbe successo …”. Già dal 15 agosto 1988, dopo una lunga e approfondita indagine, egli aveva approvato il culto di Kibeho, in forza dei numerosi frutti spirituali che ne erano derivati.
I messaggi
I messaggi e le apparizioni alle tre veggenti furono sempre individuali.
Il 16 gennaio 1982 la Vergine disse ad Alphonsine di far edificare una cappella sul luogo delle apparizioni. Disse a Marie Claire il 27 marzo 1982: “Se ora vengo a Kibeho, non significa che vengo solo per Kibeho, o per la diocesi di Butare, oppure per il Rwanda o per l’Africa. Io mi rivolgo al mondo intero”.
Il 5 agosto 1982 la Madonna apparve a Nathalie per rinnovare l’invito alla conversione: “Io vi parlo, ma voi non ascoltate.
Voglio alzarvi, ma voi restate a terra. … Restate indifferenti a tutti gli appelli.
Do molti segni, ma voi restate increduli.
Fino a quando resterete sordi ai miei appelli? … Vengo a scuotere coloro che sono distratti e a distogliere dalle cose di questo mondo coloro che sono presi da esse, affinché possano ben compiere il loro dovere di pregare senza interruzione né distrazione”.
Il 15 agosto 1982 la Madonna si manifesta alle tre veggenti in un arco di 8 ore sempre parlando loro separatamente. Disse ad Alphonsine: “Se piango è perché voi uomini siete in uno stato così critico che io non posso più trattenere le lacrime per voi. Figlia mia, io ho aperto le porte, ma essi non hanno voluto entrare.
Ho visto che il mondo era quasi moribondo e quando sono venuta in suo soccorso voi mi avete rifiutato”.
E aggiunse: “Essi desidereranno sentire quello che io ti incarico di dire loro quando sarà troppo tardi e non avranno più nulla da salvare.
E tutti quelli che non si curano di ascoltare il messaggio che voi trasmettete loro, che cosa aspettano?
Che cosa aspettano? Non si rendono conto che il tempo si fa breve?”. Dopo questo richiamo così forte, Alphonsine vide qualcosa di tremendo: incendi, omicidi, fiumi di sangue, corpi martoriati e senza testa, cadaveri abbandonati.
La Madonna disse a Nathalie: “Verrà un tempo in cui voi desidererete pregare, pentirvi e obbedire, senza più la possibilità di riuscirvi, a meno che non lo facciate da adesso, cominciando a pentirvi e a fare tutto ciò che attendo da voi”.
Anche Nathalie ebbe una visione orrenda come quella avuta da Alphonsine: un abisso in cui cadevano tantissime persone.
La Madonna disse: “I peccati sono più numerosi La guerra civile delle gocce d’acqua del mare. Il mondo corre verso la sua rovina.
Il mondo è sempre più cattivo…”. E quello stesso giorno, aggiungerà: “Sono afflitta anche per il fatto di vedere quanto i peccati non cessano di aumentare sulla terra, quando dovrebbero diminuire di giorno in giorno”.
Lo strazio della Vergine SS continua: “Il mondo va assai male, e se voi non fate nulla per pentirvi e rinunciare ai vostri peccati, guai a voi! E’ proprio questo che continua a farmi male: io voglio liberarvi da un baratro, perché voi non vi cadiate, ma voi rifiutate… Come potrei io essere contenta quando vedo i miei figli prendersi gioco di me ed essere sul punto di cadere in un abisso e di perdersi?
… Sono venuta da voi per comunicarvi un messaggio che vi richiama quello che avevate dimenticato, ma voi rifiutate di accoglierlo. Da allora io soffro molto.
Ma so sopportare tutto con pazienza.”
Durante l’estasi di quello stesso giorno Marie Claire cadde a terra sette volte, percependo di cadere in mezzo a rovi. La Madonna spiegò: “Per questo sei caduta sette volte tra le spine, affinché io possa sciogliere il loro cuore indurito. Il mondo va male, figli miei: bisogna che vi mortifichiate per aiutare Gesù a salvare il mondo”.
Le apparizioni poi si diradarono. Esplicita fu quella del 15 agosto 1983, in cui la Madonna invitò Alphonsine a pregare per la Chiesa del Rwanda e dell’Africa, per il nuovo martirio che si apprestava.
Durante l’ultima del 28 novembre 1989 la Vergine SS così si congedò: "Figli miei, il fatto che vi dico addio non significa che d'ora in avanti dimentico l'Africa e il mondo intero; questo non vuol dire anche che dimentico i Rwandesi.
Alphonsine è solo il mio strumento, non il vostro Dio. Vi raccomando di non dimenticarvi dei tanti viaggi compiuti dalla vostra casa in Rwanda (alludendo agli stranieri). Figli miei, pregare, pregate, pregate!
Seguite il vangelo di mio Figlio e mettetelo in pratica: facendo questo sarete certamente felici nella vostra anima. Mio Figlio ha sofferto, l'hanno perseguitato e denigrato.
Ma questo non gli ha impedito di essere il Re del cielo e della terra. Oh, voi tutti che siete considerati matti perché amate pregare! Voi tutti che siete trattati da egoisti e da oziosi, perché abbracciate uno stato di vita in cui sarete consacrati a Dio.
Ebbene, io vi dico che un giorno voi sarete colmati di gioia. Figli miei, figli miei!
Vi benedico tutti, come siete! La benedizione non la do solo a coloro che sono venuti a Kibeho, ma la do anche al mondo intero!”
La Guerra civile
Dal 1991 al 1995 il paese fu insanguinato dalla guerra tra le etnie Tutsi e Hutu. Alphonsine perse tutta la sua famiglia.
Nel 1994 la parrocchia di Kibeho era diventata luogo di rifugio per tanti, specialmente Tutsi, speranzosi che il luogo delle apparizioni, potesse essere al riparo dei massacri; e così la città si riempì di profughi.
Invece Kibeho, che aveva circa 200mila abitanti, fu uno dei centri più colpiti.
Più di 10000 tutsi, rifugiati nella parrocchia, vi furono massacrati nell'aprile 1994; quelli che si erano barricati in chiesa vi vennero bruciati vivi. L’anno dopo furono invece gli Huti ad essere massacrati sulla piazza delle apparizioni.
Le vittime in tutto il Ruanda furono un milione di persone, un decimo della popolazione. Marie Claire venne brutalmente uccisa con suo marito, mentre tentava di ottenerne la liberazione, in una terribile mattanza fatta nella scuola stessa delle apparizioni, e con lei 4 sacerdoti della commissione teologica che all’epoca stava indagando sulle apparizioni stesse.
Le stragi furono un colpo terribile per la chiesa ruandese. 3 vescovi, 124 sacerdoti, 42 religiosi e 73 suore ricevettero la palma del martirio.
Bambini, donne, vecchi, vennero tagliati a pezzi: furono esattamente questi gli orrendi spettacoli di quei giorni che il Ruanda diede al mondo, nei quali le armi più usate non furono quelle da fuoco, bensì machete e bastoni, in un delirio di odio che trasformò in assassini migliaia e migliaia di ruandesi.
Il Santuario
Il 31 maggio 2003, venne consacrato il "Santuario di Nostra Signora dei Dolori" nel luogo delle apparizioni, presenti 100.000 persone, tutti i vescovi ruandesi e altri degli stati vicini, nonché il nunzio apostolico ed il cardinale Sepe, venuto a nome di papa Giovanni Paolo II; concelebranti duecento sacerdoti.
Durante la processione iniziale, si vide accanto al sole, un altro luminosissimo astro, che per 8 minuti danzò nel cielo, girando intorno al sole, scintillando di tanti colori, similmente a quanto avvenne a Fatima nel 1917.
Il fenomeno venne filmato e fotografato. Alphonsine vive oggi in un monastero in Europa. Nathalie rimase a Kibeho, testimone vivente dei fatti e guida per i pellegrini che vi si recano. Offriti interamente a Lei che è la nostra ottima Mammina celeste, ed in tal modo potrai superare facilmente tutte le difficoltà e... diventerai santo, un grande santo: questa è la sola cosa che ti auguro di tutto cuore. Si può dire che tutti i santi sono opera della Vergine santissima e la devozione particolare a Lei è una loro caratteristica comune (SK 21).
CONCLUSIONE
Questa sintetica carrellata sulle mariofanie pone una serie di interrogativi di capitale importanza. Perchè appare la Madonna? Perché ha intensificato la sua presenza nella storia negli ultimi secoli? Esiste una filo conduttore comune alle Sue manifestazioni? Sarebbe oltraggioso ed irrazionale non porsi con umiltà simili domande e non cercare le risposte possibili pur nei limiti di un’indagine, pur sempre umana.
Madre, ausiliatrice, mediatrice, profeta
Certamente Ella non ha affatto terminato il Suo compito con la Sua gloriosa assunzione, perché non è soltanto Madre del Figlio di Dio, ma anche dei suoi fratelli.
Il fondamento evangelico di tale compito si trova esplicitato soprattutto nel Vangelo di Giovanni: “Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Clèofa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco il tuo figlio!».
Poi disse al discepolo: «Ecco latua madre!». E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa” (Gv 19, 25-27).
Le parole di Gesù in croce non riguardano soltanto l’apostolo prediletto, bensì ciascuno di noi e l’umanità intera. Ce lo insegna esplicitamente tanto magistero della Chiesa: “assunta in cielo, non ha deposto questa funzione di salvezza, ma con la sua molteplice intercessione continua a ottenerci le grazie della salute eterna.
Con la sua materna carità si prende cura dei fratelli del Figlio suo ancora posti in mezzo a pericoli e affanni, fino a che non siano condotti nella patria beata” (Lumen Gentium 62). Maria SS. prega per gli uomini con la potenza di intercessione che solo Ella può avere; ma non si limita a questo. Tante volte infatti è intervenuta nella storia salvando dalla distruzione persone e comunità. Nelle battaglie di Lepanto nel 1571 e di Vienna nel 1683 (giusto per citare le più note) la vittoria e la stessa sopravvivenza della cristianità, furono attribuite a Lei dai cristiani e dalla Chiesa.
Questo servizio di tutela e difesa è la ragione per la quale appare la Madonna, fedele al mandato per il quale venne pensata da Dio sin dall’inizio dei tempi: “Allora il Signore Dio disse al serpente: Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno” (Gn 3, 13-15); un ruolo confermato nell’Apocalisse, dove la Donna vestita di sole si oppone al dragone infernale (cfr Ap 12, 1-4.9-17).
Attualità della profezia
Nella società odierna, la lotta tra il bene ed il male è diventata più subdola e più sottile che nel passato.
La modernità si fonda sull’autosufficienza dell’uomo, della sua ragione, della sua volontà di definire il bene ed il male.
E' l'immacolato concepimento dell'uomo, buono per sua natura (?), che si salva da solo in questo mondo, o con dottrine filosofiche e politiche, o lasciandosi dominare dai suoi capricci e dai suoi istinti.
E’ l’antica presunzione dell’Eden in
cui caddero i nostri progenitori, la quale, partendo dall’illuminismo, diede vita alle ideologie e ai regimi totalitari del XIX e XX secolo.
Tutte le ideologie che hanno combattuto Dio e la Chiesa, provocando sofferenze all’umanità, hanno in comune la presunzione di possedere la verità sull’uomo; una verità che prescinde dall’ordine divino e naturale, che va ovviamente … rifatto perché ... imperfetto.
E’ la presunzione della gnosi e della massoneria, che trova adeguata riposta nell’Immacolata, con la cui vittoria però «cadranno i socialismi, i comunismi, le eresie, gli ateismi, le massonerie e tutte le altre simili stupidaggini che provengono dal peccato» (SK 199).
Il nemico aggredisce con il libertinaggio, con gli attacchi alla famiglia e alla vita, col soggettivismo che insidia i principi naturali e porta alla dittatura del relativismo, che a sua volta produce l'incomunicabilità fra gli uomini e la persecuzione dei cristiani; ma “L’Immacolata schiaccia il capo del serpente e distrugge il suo enorme corpo composto dalle più svariate eresie dei vari tempi e luoghi” (SK 1330).
Tale processo conduce ad una visione atea e materialista della vita e spiega l’intensificazione dei richiami della Madonna negli ultimi due secoli, che corre parallela a quella degli attacchi infernali; ma anche la particolare attenzione alla Francia, culla di tanti errori, vecchi e nuovi; fino ai nostri giorni.
Proprio a Parigi, rue du Bac, Maria volle donarci la medaglia miracolosa, che porta incisa una data: il 1830. E’ una data-simbolo a partire dalla quale i mali della “modernità” si manifestarono in modo più visibile ed accentuato; quasi la nascita del mondo in cui viviamo.
Quindi "Non si tratta oggi di chiedere delle grandi vittorie, come a Lepanto o a Vienna, ma si tratta piuttosto di chiedere a Maria di renderci valorosi combattenti contro lo spirito dell'errore e del male" (San Giovanni Paolo II, 2.10.1983).
Quale sono gli elementi ricorrenti in tante mariofanie?
Preghiera, penitenza, riparazione dei peccati sono sempre richiamati con grandissima forza. L’allarme è perentorio e continuato. Viviamo un tempo in cui la disobbedienza a Dio, di pari passo all’infelicità umana, avanza spedita, promossa anche da apposite “strutture di peccato”, le quali “si radicano nel peccato personale e, quindi, son sempre collegate ad atti concreti delle persone, che le introducono, le consolidano e le rendono difficili da rimuovere.
E così esse si rafforzano, si diffondono e diventano sorgente di altri peccati, condizionando la condotta degli uomini” (San Giovanni Paolo II, Sollecitudo Rei Socialis, 36).
Esse oggi sono diffuse e potenti come non mai. “I peccati sono all'origine di situazioni sociali e di istituzioni contrarie alla bontà divina.
Le «strutture di peccato» sono espressione ed effetto dei peccati personali. Inducono le loro vittime a commettere, a loro volta, il male. In un senso analogico esse costituiscono un «peccato sociale » (Catechismo Chiesa Cattolica 1869).
Siamo in presenza di una proliferazione organizzata, portata avanti dal sistema massmediatico, dal potere politico-finanziario mondiale e dalla cosiddetta cultura ufficiale; serve quell’universale riparazione a cui Maria chiama i cristiani, da operare con la preghiera, l’azione ed il sacrificio.
Analisi sociali, politiche ed ecclesiali sono spesso presenti nei messaggi; soprattutto nelle apparizioni di Fatima; una lettura dell’attualità e della storia da studiare attentamente e che è temerario ignorare. I messaggi trasmettono indicazioni specialmente per il tempo in cui vengono dati.
Ricorrono spesso le lacrime di Maria, che manifestano il suo dolore per i peccati degli uomini. “Senza dubbio Maria è in cielo eternamente felice e non soffre nè dolore nè mestizia; ma Ella non vi rimane insensibile, che anzi nutre sempre amore e pietà per il misero genere umano cui fu data per Madre, allorché dolorosa e lacrimante sostava ai piedi della Croce, ove era affisso il Figliolo. Comprenderanno gli uomini l'arcano linguaggio di quelle lacrime?” (Ven. Pio XII, 17.10.1954).
L’esortazione alla preghiera riparatrice è spesso orientata alla recita del Rosario, arma divina e decisiva, come alla battaglia di Lepanto ed in altre circostanze storiche cruciali. La Santissima Vergine ha voluto dare, nei tempi in cui viviamo, una nuova efficacia alla sua recita, tanto da renderlo soluzione a qualunque tipo di problema; tanto da associarsi, anche se in modo particolare non potendo pregare se stessa, alla recita che facevano i veggenti. I luoghi e i veggenti sono umanamente controindicati: ambienti deserti, o squallidi, o sordidi, come le anime nel peccato; veggenti poveri ed ignoranti, socialmente disprezzati; oppure nemici della Chiesa come Ratisbonne o Cornacchiola. Tali strumenti umani inadeguati confermano che gli interventi vengono dal Cielo e non da creature umane. Anzi, non è raro a causa dei limiti dei veggenti, talune sbavature linguistiche o concettuali rendano ardua l’accettazione dei messaggi; e rende ancor più necessario il prudente discernimento della Chiesa.
Anche gli elementi naturali vengono coinvolti: sorgenti che sgorgano e le cui acque guariscono, fino al miracolo del sole a Fatima che durò circa 10 minuti e fu visto da almeno 50.000 persone, ponendo così un suggello incontestabile alla soprannaturalità delle apparizioni.
Avvengono miracoli, eventi naturalmente inspiegabili che rimandano ad un’onnipotenza superiore alla natura; ovvero al Creatore di essa, Dio.
Essi sono fatti straordinari, che però in alcuni casi, come in quello di Lourdes, hanno raggiunto una numerosità che lascia allibiti.
Le manifestazioni di Maria e del suo amore materno, della sua sollecitudine per il mondo e per la Chiesa, rientrano in un disegno plurisecolare e sono un regalo preziosissimo, che è temerario snobbare, come tanti fanno. Ci sarà una ragione per cui a fronte di tante chiese vuote i santuari mariani rimangono pieni! Il Cielo da secoli ci manda questo profeta d’eccezione perché viviamo in tempi eccezionalmente gravi.
Maria lancia l’allarme per l’allontanamento da Dio, crescente da secoli, e ci dà quella soluzione che parte dall’amore di Lui e dalla mediazione di Lei.
Dobbiamo cogliere l’essenza dell’azione di Maria e modellare la nostra vita su di essa! Vivere, pregare, agire in funzione di quel trionfo del Cuore Immacolato che Maria ci ha promesso a Fatima, senza dubbi o scoraggiamenti. Questo è il senso più vero della consacrazione a cui ci chiama san Massimiliano Kolbe.
Indice
FONTI CITATE - CONSACRAZIONE QUOTIDIANA
INTENZIONI DI PREGHIERA 2025
NOSTRA SIGNORA DI GUADALUPE (1531)
NOSTRA SIGNORA DI LAUS (1664 – 1718)
NOSTRA SIGNORA DI LA SALETTE (1846)
NOSTRA SIGNORA DI LOURDES (1858)
NOSTRA SIGNORA DI BEAURAING (1932-1933)
LA VERGINE DEI POVERI A BANNEUX-NOTRE DAME (1933)
LA VERGINE DELLA RIVELAZIONE ALLE TRE FONTANE (1947)
LA MADONNA DELLE LACRIME DI SIRACUSA (1953)
MARIA ROSA MISTICA E MADRE DELLA CHIESA (1946-1966)
LA SANTA MADRE DI AKITA (1973)
LA MADRE DEL VERBO A KIBEHO (1981-1989)