Scheda 991Q - Milizia dell'Immacolata di Sicilia

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SK 991Q - Appunti di cronaca, IV quaderno (1933) Sulla nave "Conte Rosso", 23 IV 1933

Maria! M.I. Realizzare lo scopo della M.I. e al più presto possibile, ossia conquistare all'Immacolata il mondo intero e ogni singola anima che vive ora o che vivrà sino alla fine del mondo e attraverso Lei al Ss. Cuore di Gesù. Inoltre, far buona guardia affinché nessuno rimuova da nessuna anima lo stendardo dell'Immacolata, ma piuttosto approfondire incessantemente nelle anime l'amore verso l'Immacolata, stringere il vincolo d'amore tra le anime e Lei, affinché esse divengano una cosa sola con Lei, Lei stessa; affinché Ella stessa viva e ami (agisca) in esse e attraverso esse. Come Ella è di Gesù, di Dio, così ogni anima, attraverso Lei e in Lei, diverrà di Gesù, di Dio, ossia in una maniera molto più perfetta che senza di Lei e non attraverso Lei, se poi ciò fosse possibile. Allora le anime ameranno il Ss. Cuore di Gesù come mai fino a quel momento lo avevano amato, poiché come Lei si immergeranno, come non avevano fatto mai, nei misteri dell'amore: la Croce, l'Eucaristia. L'amore di Dio infiammerà, attraverso Lei, il mondo, lo brucerà e avverrà la “assunzione” delle anime mediante l'amore1. Quando avverrà questo? La divinizzazione del mondo intero in Lei e attraverso Lei? La prima condizione essenziale: coloro che hanno il dovere di lavorare debbono loro stessi dare l'esempio; per poter comprendere questo spirito debbono loro stessi impregnarsene; per divenire uno strumento dell'Immacolata, così che sia Lei stessa ad operare, debbono loro stessi donarsi a Lei senza alcun limite. Debbono loro stessi, innanzi tutto, appartenere a Lei, approfondire la loro donazione illimitata a Lei, stringere il vincolo d'amore con Lei, divenire Lei stessa, affinché Ella possa agire attraverso essi e nelle loro anime. Questa è una condizione essenzialissima. Ella agirà attraverso essi solo nella misura in cui apparterranno a Lei. Nulla, perciò, può rimanere [che provenga] da loro stessi. Debbono appartenere a Lei senza alcun limite. Se non offrono una speranza ben fondata che desiderano mirare incessantemente a questo scopo, non possono emettere la professione a Niepokalanów. Ecco perché, oltre alla Regola e alle Costituzioni, è obbligatorio anche lo statuto della M.I., uno studio più approfondito di esso e la incorporazione nella vita. Questa è l'essenza della preparazione spirituale dei lavoratori. Sotto questo aspetto, è indispensabile pure un approfondimento della Regola e delle Costituzioni, per realizzare quanto più è possibile la propria consacrazione all'Immacolata: la volontà attraverso la s. obbedienza, il corpo attraverso la castità, le comodità attraverso la povertà. Tutto allo scopo di divenire nel modo più perfetto possibile uno strumento di Lei. Una formula fissa non esiste. Quanto più essa esprime la illimitatezza, tanto meglio. La seconda condizione: portare la Medaglia Miracolosa. È una condizione “integralis”, di completamento (non essenziale). Noi la portiamo, poiché l'Immacolata l'ha raccomandato e ha promesso la sua protezione a coloro che la portano. E noi abbiamo estremo bisogno di questa protezione. L'esperienza dimostra che quando il demonio vuole ingannare qualcuno, innanzi tutto va alla ricerca di qualsiasi pretesto pur di portargli via la Medaglia Miracolosa. Quant'è potente la protezione dell'Immacolata! È una condizione importante, dunque. “Integralis”, anche se non “essentialis”. Qualora dovesse capitare, a causa di condizioni più difficili, che vengano a mancare le medaglie, la M.I. non cesserà affatto. La medaglia è un segno esteriore della totale donazione a Lei. Per mezzo delle condizioni (la prima condizione è essenziale) noi ci uniamo a Lei, diventiamo uno strumento di Lei, apparteniamo a Lei, anzi diventiamo Lei stessa. L'atto di consacrazione della M.I. chiarisce questi concetti. I mezzi: quelli che Ella stessa vuole. Durante la manifestazione della Medaglia Miracolosa Ella ha dettato una giaculatoria: questa, perciò, è la nostra preghiera, e in essa noi includiamo tutti gli uomini. Ella ci ha dato la Medaglia Miracolosa: questa perciò, è la nostra pallottola, [che ci serve] per colpire nei cuori. Inoltre, qualsiasi mezzo, purché lecito, ossia tutto quello che lo zelo e la prudenza suggerisce. In una parola, ciò che è comandato dall'amore, un amore senza limiti: Lei. Quello che per mezzo di noi farà Lei, la carissima Mammina nostra e Mammina di tutto il mondo e di ogni singola anima. Tutte le invenzioni debbono essere innanzi tutto al Suo servizio e poi per altri scopi: l'arte, la letteratura, il teatro, il cinema, la produzione libraria, il giornalismo, la radio, ecc., ecc. Ma, prima di ogni altra cosa, noi stessi, fino al completo annientamento del nostro io, all'olocausto totale senza alcuna riserva o limitazione (“penitenza, penitenza, penitenza”). Tutto, dunque: l'anima e il corpo; tutte le facoltà dell'anima e del corpo, le capacità, l'energia, la scienza, l'arte, ecc., ecc., tutto, tutto. Il passato, il presente e il futuro: la vita, la morte, l'eternità. In una parola: tutto, tutto, senza nessunissima, anche se minima, riserva. O Mammina Immacolata, gloria a Te nei secoli! Nota 991Q.1 Concetti simili sono espressi nella lettera n. 508, scritta da p. Massimiliano durante il viaggio in nave dal Giappone all'Europa.






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