FAMILY DAY ANCHE IN MESSICO - Milizia dell'Immacolata di Sicilia

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FAMILY DAY ANCHE IN MESSICO

Per La Vita

 
Il 10 settembre, 120 città messicane hanno visto più di un milione di cittadini impegnati nella Marcha por la Familia; ma evidentemente non bastava. Sabato 24  si calcola che 400.000 messicani, convocati dal Frente National por la Familia, abbiano manifestato per le vie della capitale al grido di Familia unida jamas sarà vencida,  contro la legalizzazione del matrimonio tra persone dello stesso sesso e l’imposizione dell’ideologia gender nelle scuole. Il presidente Peña Nieto vorrebbe riformare l’articolo IV della costituzione equiparando unioni gay e matrimoni fra maschi e femmine. Essendo però il Messico una repubblica federale, molti stati hanno già rifiutato una sentenza della Corte Suprema di Giustizia che andava in tal senso. Da ciò è scaturita la determinazione di Peña Nieto : «Nel nostro Paese non possono esserci stati dove vengono tutelati alcuni diritti e altri no».
  La manifestazione è stata preceduta dalla richiesta di alcuni gruppi Lgbt al Municipio di Città del Messico di manifestare contro la Gran Marcha;  un permesso subito  accordato dal sindaco nonostante l’evidente intento provocatorio, che il giorno precedente la marcia stessa si è concretizzato con la  pubblicazione di  una lista di sacerdoti e vescovi, impegnati sul fronte pro-family,  accusati di essere … omosessuali.  L’Arcidiocesi di Città del Messico ha  denunciato l’evidente « calunnia…una vendetta delle lobby gay per il successo della Marcha nelle 120 città e per bloccare il successo della Gran Marcha a poche ore dal suo inizio».
   Il corteo, colorato di bianco, è partito dall’Auditorio Nacional e ha raggiunto la piazza in cui è situato la statua dell’Ángel de la Independencia, un cherubino, ai piedi del quale è stato letto un manifesto in dieci punti da sottoporre al presidente della Repubblica. In esso si pone a fondamento della famiglia il matrimonio tra uomo e donna; si chiede la promozione di politiche pro-family; si riafferma il diritto dei genitori ad educare i figli secondo i propri valori; e infine che gli orfani siano adottati da una madre femmina e da un padre maschio. Le richieste sono raccolte in una proposta di legge di iniziativa popolare – firmata da oltre duecentomila persone – depositata in Senato a febbraio, e che ancora non viene posta neanche in discussione. E’ il copione di un film che abbiamo visto anche in Italia: il potere politico che non vuole ascoltare il popolo. Da più di un secolo del resto la presenza USA in Messico è “schiacciante” e oggi il presidente americano è Barack Obama, campione della galassia LGBT. E l’effetto si vede; come in Italia dove Renzi, pochi giorni dopo avere incontrato Obama, facendo votare la fiducia al governo e ignorando le commissioni parlamentari, ha imposto la legge sulle unioni civili ad un paese e ad un parlamento sconcertati e sorpresi da tanta fretta e decisione.
   Il Frente è un coordinamento di associazioni, un forum permanente nato per monitare ed incidere nella vita politica. L’indomani della marcia, all’Angelus, è giunto il sostegno di papa Francesco:  “Mi associo ben volentieri ai vescovi del Messico nel sostenere l’impegno della Chiesa e della società civile in favore della famiglia e della vita, che in questo tempo richiedono speciale attenzione pastorale e culturale in tutto il mondo”. Ovviamente i media europei, ed italiani  in particolare, hanno silenziato la notizia perché “politicamente scorretta”.
   Dal Messico quindi un esempio per tutte le associazioni pro family, comprese quelle italiane. Continua la lotta per i principi non negoziabili; il popolo contro le lobby, la piazza contro le “segrete stanze” dove si manipola la coscienza dei popoli; la natura contro l’ideologia; la libertà contro la dittatura del relativismo.

Diego Torre



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