Cattedra Kolbiana. Convegno annuale - Milizia dell'Immacolata di Sicilia

Milizia dell'Immacolata di Sicilia
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Cattedra Kolbiana. Convegno annuale

Roma 5 Maggio 2018

Il dialogo interreligioso interpella la M.I.
Una riflessione a partire da Kolbe

Si è svolto ieri, 5 maggio, presso l’Aula Sisto V del Seraphicum, l’annuale appuntamento della Cattedra Kolbiana. A sviluppare l’interessante ed attuale tematica avente per titolo “Il dialogo interreligioso interpella la M.I. – Una riflessione a partire da Kolbe”, si sono succeduti p. Silvestro Bejan, Delegato Generale per l’Ecumenismo e il Dialogo Interreligioso dell’Ofmconv e Direttore del CEFID, p. Raffaele Di Muro, Direttore della Cattedra Kolbiana e Presidente Internazionale della Milizia dell’Immacolata, con le rispettive relazioni su “Le urgenze del dialogo interreligioso nell’insegnamento di Papa Francesco” e “Kolbe, M.I. e dialogo”. Ha moderato la prof.ssa Anna Maria Calzolaro e ha concluso i lavori p. Dinh Anh Nhue Nguyen, Preside della Facoltà. Hanno preso parte all’incontro il Noviziato di Assisi, un folto numero di giovani che si appresta ad entrare nella vita francescana e che nella mattinata ha fatto visita alla sede di S. Teodoro. Erano presenti anche i giovani del “Franciscanum”, i membri della M.I., la comunità dei frati e altri partecipanti interessati alla tematica affrontata.

I tempi in cui viviamo ci scuotono e ci invitano a renderci parte attiva nelle dinamiche sociali e culturali, soprattutto lì dove c’è una implicita richiesta di incontro, dialogo e testimonianza. In modo particolare, la necessità del dialogo interreligioso si fa sempre più pressante, “urgente”, richiedendo il nostro intervento di militi e cristiani. Magistralmente i relatori hanno affrontato questa tematica lasciando che si incrociassero gli insegnamenti di Papa Francesco e di p. Massimiliano Kolbe. Il dialogo va costruito su degli orientamenti, soprattutto sul dovere dell’identità ed il coraggio dell’alterità oltre che alla sincerità delle intenzioni. Infatti non si può, né si deve, promuovere un dialogo vero sull’ambiguità o sul sacrificare il bene per compiacere l’altro. È necessario, invece, nell’ottica dell’alterità e della verità, trasformare la competizione in collaborazione.

L’incontro si è concluso con il suggestivo monologo “Nostri padri, Kolbe raccontato da Francesco Gajowniczek”, di Antonio Tarallo, che ha posto al centro della drammaturgia l’attenzione sul tema della paternità ed è stata la “prima” semiscenica che ha scelto proprio il convegno “Il dialogo interreligioso interpella la M.I. Una riflessione a partire da Kolbe”, un’occasione “da camera”, intima e raccolta.

La storia di Massimiliano Kolbe, che offrì la propria vita al posto di un padre di famiglia, Francesco Gajowniczek, passa per mezzo del racconto/monologo dello stesso uomo polacco che trovò la libertà grazie al frate francescano. Lo sfondo è la tragica esperienza del campo di concentramento di Auschwitz. Ma, a differenza di precedenti lavori teatrali e cinematografici, “Nostri padri, Kolbe raccontato da Francesco Gajowniczek” vuole essere uno spunto di riflessione sulla paternità, nelle sue due vocazioni: quella sacerdotale, vissuta da San Massimiliano Kolbe e quella “biologica” di Francesco. Tutte e due trovano un legame nella paternità misericordiosa di Dio. Una paternità che si perpetua di figlio in figlio, di padre in padre. Fino ad arrivare al tragico recente avvenimento dell’attentato di Trebes dove il sacrificio del gendarme Arnaud Beltrame, ha fatto ricordare alla stampa e al mondo proprio il sacrificio del martire Kolbe. Ad interpretare il monologo è stata una delle voci più calde del doppiaggio italiano, Davide Capone. La voce fuori campo è stata interpretata da Laura Croccolino, i costumi sono di Elisabetta Di Pisa e l´assistenza alla regia di Chiara Graziano.
Adele Cerreta


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