Morti sul lavoro!
Pubblicato da Nino Peritore in Attualità dal mondo · 21 Ottobre 2024
INARRESTABILE CATENA O OCCASIONE PER RIVALUTARE LA DIGNITA’ DELL’UOMO?Dalle fabbriche e dai cantieri della nostra penisola si alza troppo spesso un lancinante grido di dolore: quante vite spezzate! Quanti sogni di una vita dignitosa e serena infranti! Le statistiche mostrano un quadro drammatico del nostro Paese: oltre 369 morti sul lavoro nei primi 5 mesi del 2024. Le cause dell’ecatombe sono da ricercare nella frequente carenza delle condizioni di sicurezza nei luoghi di lavoro, in un’inadeguata formazione dei lavoratori, nell’assenza di controlli e, non ultima, in un’esasperata e cinica ricerca del profitto a tutti i costi che taluni imprenditori perseguono a discapito della dignità e incolumità dei lavoratori.Tutta la dottrina sociale della chiesa evidenzia la dimensione etica e valoriale del lavoro, non solo come strumento di realizzazione per l’uomo ma anche quale mezzo per perseguire il bene comune. Nella Laborem exercens, san Giovanni Paolo II afferma che, con o senza macchine, “il soggetto proprio del lavoro resta l’uomo” e proclama la signoria o primato della persona umana, non come oggetto di sfruttamento ma come soggetto attivo che contribuisce al progresso della società. Egli afferma che “il lavoro è per l’uomo e non l’uomo per il lavoro” e proclama il primato del lavoro sul capitale. Dichiara anche che “mediante il lavoro l’uomo non solo realizza dei prodotti e trasforma il creato ma perfeziona se stesso e diventa più uomo” e “ il sudore e la fatica del lavoro offrono la possibilità di partecipare all’opera di Salvezza del genere umano, al trionfo finale della vita e della giustizia e allo sviluppo del Regno di Dio”. Per Benedetto XVI l’economia e il lavoro non devono diventare luoghi di sopraffazione del più forte, ma momenti di confronto e di scambio per migliorare se stessi e la società. Nell’enciclica Caritas in Veritate egli auspica che il principio della gratuità e della solidarietà fraterna, la logica del dono, entrino anche nella normale attività lavorativa. Egli inoltre afferma che devono prevalere una nuova concezione e un nuovo ruolo dell’azienda come “risorsa per il bene comune”. Per Papa Francesco il lavoro, prima che tema economico e sociale, è “dimensione essenziale della persona”, è “sia dono che dovere”, perché “possibilità concessa da Dio all’uomo di collaborare, con la sua opera, alla continua creazione del mondo”. Per san Massimiliano Kolbe il lavoro è un importante mezzo naturale per raggiungere le finalità precipue della Milizia dell’Immacolata. Egli afferma, al riguardo, che “l’attività esterna porta a compimento l’opera” (SK 1226). Il lavoro, sia manuale che intellettuale, specie quello editoriale, è per lui anch’esso espressione apostolica, sulla scorta del precetto di San Francesco: “ Quei frati ai quali il Signore ha concesso la grazia di lavorare, lavorino con fedeltà e devozione”. Niepokalanow è un mirabile esempio non solo di “comunità di lavoro” di eccezionale fervore per svariate attività ma anche di ambiente del massimo rispetto e della piena parità tra tutti, in un contesto di armoniosa e fraterna convivenza. L’auspicio, quindi, è che nelle fabbriche, nei cantieri e in ogni luogo di lavoro ci si riappropri della dimensione etica del lavoro, promuovendo lo sviluppo integrale della persona e riaffermando la centralità del lavoratore, tutelandone adeguatamente la dignità, affinché quei luoghi non siano più teatro di tragedie ma luoghi sereni di fervente e vitale attività e di speranza, per trasmettere alle future generazioni un avvenire più sicuro e luminoso.Nino Peritore milite