Il rosario alle frontiere” Varsavia 7 Ottobre 2017
CHIESA
“Chiedete
e vi sarà dato; bussate e vi sarà aperto”.
In Polonia credono ancora in tanti alla parola di Gesù, ma anche agli appelli
accorati della Madonna che indicano il S.Rosario come mezzo di salvezza.
“Il rosario alle frontiere” è stata un’iniziativa lanciata dalla fondazione “Solo
Dio Basta”, che si occupa di nuova evangelizzazione e ha avuto due
precisi riferimenti storici, che ricordano come l’ultima parola nella storia
sia sempre di Dio e di coloro che Lo invocano:
-
la vittoria
cristiana, nelle acque di Lepanto il 7 ottobre 1571, della Lega Santa, voluta da
papa San Pio V, la quale, minore in uomini e navi, fermò sul
mare l’impero ottomano e l’invasione islamica dell’Europa. Il
Papa proclamò quel giorno festa di Nostra Signora della Vittoria,
poi intitolata alla Madonna del Rosario, come viene oggi celebrata. E quando i
turchi nel 1683 ci riproveranno via
terra, assediando Vienna con un esercito sterminato, sarà un polacco, re
Giovanni III Sobieski, a salvare la
cristianità.
-
Le apparizioni della Madonna a Fatima, concluse il 13 ottobre 1917, nelle quali si
annunciava la diffusione degli errori della Russia nel mondo. La Polonia di
quegli errori ne fece amara esperienza, ma ancora da un suo figlio, consacrato
a Maria SS., San Giovanni Paolo II, venne la liberazione ed il crollo
del moloch comunista nei paesi dell’est europeo.
Sulla stampa
liberal si registrano le uniche le voci critiche dalla Polonia. Da segnalare il quotidiano Gazeta
Wyborcza legato al magnate
George Soros, promotore in tutto il mondo di aborto e liberalizzazione delle
droghe. In Italia è scattata la congiura del silenzio, soprattutto televisivo.
Un milione di persone in preghiera per la propria patria e per la propria fede
non sono un argomento gradito ai padroni dell’informazione: meglio silenziarlo
o infangarlo con stupide accuse di incitazione “all’odio” (?)! Ma a tante
obiezioni, più o meno esplicitate, hanno risposto i vescovi polacchi, grandi
sostenitori dell’iniziativa. Durante la S. Messa, trasmessa in
diretta da Radio Maryja, l’arcivescovo di Cracovia, Marek Jedraszewski, ha invitato a « pregare perché l’Europa ha bisogno di restare cristiana per
salvare la sua cultura» e“per le altre nazioni europee, perchè
capiscano che bisogna tornare alle radici cristiane, perchè l’Europa rimanga
l’Europa”. Ed ha aggiunto: «La Polonia è un paese accogliente. Più
volte i vescovi hanno lanciato un appello per i corridoi umanitari e nelle
diocesi sono numerosi gli aderenti al programma “Famiglia per Famiglia” tramite
il quale fedeli e parrocchiani possono “adottare” intere famiglie in Siria,
Iraq e altri paesi del Medio Oriente inviando loro un contributo mensile. Vi
partecipano anche diversi vescovi». E grazie alla sua florida condizione
economica, «la Polonia sistematicamente
invia sostegni economici insieme ad altri paesi europei per la costruzione di
scuole e ospedali. E non dimentichiamo che forse nel paese non ci saranno profughi
mediorientali, ma accogliamo più di un milione e mezzo di migranti
dall’Ucraina, anche loro in fuga dalla guerra e dalla fame.> L’arcivescovo Stanislaw
Gadecki, presidente della Conferenza episcopale polacca, ha parlato della «più grande iniziativa di preghiera in
Europa», Gmg esclusa, sottolineandone il carattere biblico. Da segnalare infine il primo ministro Beata
Szydlo, madre di un giovane sacerdote, che ha postato su Twitter la foto di
una coroncina col crocifisso, salutando i partecipanti.
La Polonia ha conosciuto nei secoli la spartizione e la tirannia straniera. Nel XX secolo ha subito l'occupazione nazista e comunista ed ha espresso santi come Massimiliano Kolbe, Giovanni Paolo II e Faustina Kowlaska. Oggi alle prese con il relativismo si rivolge ancora alla Madre di Dio. Il resto del mondo non ha abbastanza ragioni per seguire il suo esempio?
Diego
Torre