LEONARDO VITALE: PENTITO DI MAFIA O CONVERTITO DA CRISTO?

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LEONARDO VITALE: PENTITO DI MAFIA O CONVERTITO DA CRISTO?

Milizia dell'Immacolata di Sicilia
Pubblicato da D.Torre e fra P. Fiasconaro in Attualità dal mondo · 28 Dicembre 2024
La Provincia dell’Immacolata Concezione dei Frati Minori Conventuali, ha presentato a Palermo, il progetto del Parco della Fraternità Leonardo Vitale, un centro diagnostico e ludico ricreativo che nascerà nel popolare quartiere della Zisa, anche col sostegno della Conferenza Episcopale Italiana. Il terreno è stato donato dalla sorella del primo pentito di mafia, ed anche il più sinceramente convertito, per la sua esplicita volontà di costruirvi un centro per il recupero dei giovani. Al centro del terreno vi è ancora la cappella dove egli pregava prima che lo uccidessero.
Leonardo, arruolato a 19 anni nel 1960, salì i gradi della gerarchia mafiosa fino al pentimento, frutto di una profonda crisi di coscienza che lo portò alla conversione. Si recò spontaneamente dal questore Contrada e confessò due omicidi, un tentato omicidio, reati minori, e tante informazioni su Cosa Nostra. Sapeva così di condannarsi a morte. Dopo 11 anni di reclusione, scarcerato, il 2 dicembre 1984, Vitale fu colpito, mentre era con la madre, con due colpi di lupara alla testa, all'uscita dalla S. Messa; morì il 7 dicembre 1984, vigilia della festa dell’Immacolata. Giovanni Falcone disse di lui: “A differenza della Giustizia dello Stato [che non diede allora credito alle sue dichiarazioni, ndr], la mafia percepì l'importanza delle sue rivelazioni e lo punì inesorabilmente per aver violato la legge dell'omertà. È augurabile che, almeno dopo morto, Vitale trovi il credito che meritava e che merita”. Leonardo aveva scritto in una lettera alla mamma e alla sorella: “Sono più sereno e questa serenità la devo al nostro Gesù e alla Santissima Vergine Maria che prego sempre più fervorosamente di darmi il cuore simile al loro, buono e caritatevole, affinché possa un giorno risorgere con loro per servirli eternamente in paradiso. … Io posso dire di essere rinato, il mio inferno, non m’interessa più. Riverserò tutto il mio amore a Dio: mi basta stare in pace con lui, per essere in pace con me stesso. Sì ora sono veramente me stesso, e per trovarmi dovevo venire in un carcere che però non mi dà nessun peso anzi, sento ogni giorno di più di andare acquistando la mia libertà, quella libertà interiore che non ho mai conosciuta, per essere sempre stato schiavo degli altri prima, e schiavo di me stesso e dei miei sensi”. Nei pochi mesi di libertà fece il percorso formativo per entrare nel Terz’ordine dei Cappuccini, di cui era ministro il cugino Franco.
La madre e la sorella Maria conobbero p. Francaviglia, allora assistente della M.I. siciliana, quando la fidanzata di Leonardo le portò nella basilica di San Francesco durante la novena dell’Immacolata. La sorella si consacrò alla Madonna, diventando milite di 2° grado. Maria visse poi per due anni a Catania nella casa delle Missionarie Militi, per approdare infine presso le clarisse di Palermo. Non smette di sentirsi milite, ricevere il Cavaliere, farlo leggere alle consorelle e mandare il suo sostegno finanziario alla rivista.
Questa è una storia vera, che testimonia dell’onnipotenza di Dio, che scrive dritto sulle righe storte degli uomini e suscita fiori di santità; ma è anche la storia di un uomo e di una donna che hanno corrisposto con coraggio e fedeltà al Suo richiamo.
Diego Torre e fra Paolo Fiasconaro


icona mariana
Milizia dell'Immacolata di Sicilia
Via Noce. 126 Palermo
Milizia dell'Immacolata di Sicilia
Via Noce,126 Palermo
icona di maria immacolata
presso i locali della Parrocchia "Sacro Cuore"
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